La notizia è stata data oggi dal sito online della "Neue Zürcher Zeitung". L'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) ha effettivamente ricevuto il 9 luglio dagli USA una richiesta di assistenza amministrativa, ha detto all'ats Thomas Brückner, portavoce dell'AFC, senza fornire dettagli. Un portavoce del Credit Suisse ha confermato che la richiesta riguarda clienti della banca.
Stando al sito online, la nuova domanda riguarda meno di cento clienti, contro i 650 di quella precedente. Per Tobias Rohner, avvocato presso lo studio zurighese Bill Isenegger Ackermann, la nuova richiesta concerne invece fino a 700 clienti. L'avvocato ha affermato di rappresentare la maggior parte dei clienti oggetto del dossier. La formulazione - ha detto - è praticamente la stessa rispetto alla vecchia edizione e riguarda lo stesso gruppo di persone sospettate.
L'anno passato l'IRS, il fisco americano, aveva inoltrato una richiesta di assistenza amministrativa per ottenere i dati di cittadini americani che avrebbero compiuto reati fiscali. Il TAF aveva però bloccato la consegna, rilevando che nella maggior parte dei casi la richiesta riguardava al massimo l'evasione fiscale e non la frode. Inoltre la richiesta non conteneva nomi dei clienti sospettati, ma si basava solo su modelli di comportamento.
La Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI) dal canto suo aveva osservato che gli Stati Uniti potevano continuare a depositare domande di assistenza, ma dovevano precisare i criteri di identificazione delle persone.
Secondo il sito della "NZZ", ora il dossier descrive dettagliatamente in che modo i clienti hanno agito. Con le precisazioni la cerchia delle persone toccate si è ristretta, sostiene l'articolista.