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SVIZZERALa Lidl si difende dalle accuse di mobbing

20.03.12 - 16:22
Alcuni ex dipendenti avevano raccontato al domenicale "Sonntag" le condizioni di lavoro presso la sede principale di Weinfelden di Lidl Svizzera
Keystone (archivio)
La Lidl si difende dalle accuse di mobbing
Alcuni ex dipendenti avevano raccontato al domenicale "Sonntag" le condizioni di lavoro presso la sede principale di Weinfelden di Lidl Svizzera

ZURIGO - Le testimonianze di ex dipendenti Lidl hanno suscitato scalpore in Svizzera. Come avevamo riferito nell'articolo di domenica scorsa, le accuse erano di "setta" e "lavaggio del cervello".

Secondo il sindacato Unia, come si legge in un articolo pubblicato ieri su 20min.ch, uno dei problemi prinicpali di questo supermercato è che offre solamente un'occupazione a tempo parziale, tra il 60 e l'80% al suo personale di vendita e vincola i suoi dipendenti a non poter accettare altri lavori complementari presso la concorrenza. "Questo equivale a un divieto di lavoro" è stato spiegato da Unia che ha sottolineato il fatto di come i "dipendenti debbano richiedere un permesso speciale per svolgere attività sindacali.

L'amministratore delegato di Lidl Svizzera, Matthias Oppitz, è intervenuto, inviando una e-mail a tutti i dipendenti. Il numero uno di Lidl Svizzera respinge con forza le accuse di mobbing e organizzazione settaria. Secondo il 34enne, queste accuse non hanno nessun riscontro con la realtà. "Si tratta di impressioni soggettive che non rispechiano minimamente il lavoro presso Lidl", ha spiegato a 20 minuti". Secondo lui, il successo di Lidl non sarebbe stato possibile se l'ambiente di lavoro fosse stato come quello descritto dagli ex dipendenti. Ieri, esattamente tre anni fa, Lidl ha aperto la sua prima filiale in Svizzera. Oggi sono 80.

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