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ITALIARenzi, fiducia al jobs act

07.10.14 - 22:15
Il premier italiano non ha dubbi: l'emendamento del Governo sarà presentato domattina ed è pronta la fiducia nell'Aula del Senato
Keystone/Epa
Renzi, fiducia al jobs act
Il premier italiano non ha dubbi: l'emendamento del Governo sarà presentato domattina ed è pronta la fiducia nell'Aula del Senato

ROMA - Il premier italiano Matteo Renzi tira dritto sulla riforma del mercato del lavoro. Sul Jobs act l'emendamento del Governo sarà presentato domattina, così come è pronta la fiducia nell'Aula del Senato, che sarà votata domani in serata. Nelle stesse ore del vertice Ue sull'occupazione a Milano. "Non temo agguati" del Pd (Partito democratico), dice il presidente del Consiglio, "convinto che sia naturale che tutti" nel partito "votino come sempre". I dissensi nella minoranza restano. L'ex segretario Pier Luigi Bersani ritiene la fiducia una "forzatura" ma, alla vigilia di un voto sul filo, sostiene che comunque serve "responsabilità e lealtà".

Renzi incontra, in mattinata, i sindacati a Palazzo Chigi e subito dopo le imprese. Apre il confronto con le parti sociali (parlando alla fine di "sorprendenti punti di intesa"), ma per la Cgil non è affatto la riapertura di una stagione di concertazione: ha "ripetuto cose note", "nessuna risposta" e "nessuna disponibilità", il governo "va avanti su scelte sbagliate", è in sintesi la bocciatura che arriva al termine dell'incontro dal segretario generale Susanna Camusso.

Che conferma "il giudizio negativo" sul Jobs act (con la scelta della fiducia che "radicalizza" l'assenza del confronto) ed il "totale dissenso" sulle modifiche all'articolo 18 e sul demansionamento.

Insomma, dice, restano tutte confermate le ragioni alla base della manifestazione nazionale del 25 ottobre, in piazza San Giovanni a Roma. Manifestazione a cui i sindacati Cisl e Uil confermano, ancora una volta, che non parteciperanno (il 18 ci sarà la mobilitazione della Cisl a livello territoriale).

Non c'è una vera e propria apertura di merito da parte di Cisl e Uil che però apprezzano l'avvio del dialogo: "Anche sull'articolo 18 ci sono state aperture del governo che prevede il reintegro per i licenziamenti disciplinari" che verranno precisati nel decreto delegato, dice il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan, che domani ufficialmente prenderà il posto di Raffaele Bonanni, dopo le sue dimissioni, alla guida del sindacato.

A suo avviso, l'incontro di oggi può rappresentare un momento "di svolta" nelle relazioni tra governo e parti sociali. Visto che a questo seguiranno, come annunciato dallo stesso Renzi, nuovi incontri, con il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il 27 ottobre sulla legge di stabilità e con il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, sulla riforma del lavoro.

Parla dell'incontro a Palazzo Chigi con una "valenza più politica che sostanziale", il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, aggiungendo che "se poi la sostanza ci sarà, lo vedremo in concreto". Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dopo l'incontro, si limita ad osservare, parlando delle riforme, che "il diavolo non sta nelle imprese".

Domani arriverà il voto nell'Aula di Palazzo Madama, su un testo che sarebbe già stato 'bollinato' dalla Ragioneria generale.

ats ans

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