Alla cena di beneficenza con i due pretendenti alla Casa Bianca non sono mancate le frecciatine
WASHINGTON - «Sono d'accordo con Marco Rubio (il senatore repubblicano ex rivale del nominee alle primarie, ndr), Donald Trump non può avere i codici nucleari»: lo ha detto Barack Obama in un comizio a Miami a favore di Hillary Clinton.
«Trump è inadatto a fare il presidente in ogni singolo giorno, pensa che siate degli stupidi», ha incalzato, evidenziando le virtù di Hillary Clinton: «è calma, misurata e fredda anche nelle situazioni di crisi».
Hillary Clinton «è stata first lady, senatrice e mio Segretario di Stato - ha osservato Obama - l'ho vista all'opera. Non è una che si lamenta, lavora duramente e completa il lavoro, non si arrende mai a differenza del suo rivale. Ha il temperamento e la preparazione per diventare il prossimo comandante in capo», ha aggiunto.
Cena di beneficenza efrecciatine - Niente stretta di mano, battute al vetriolo e anche qualche insulto questa sera a Manhattan tra Donald Trump e Hillary Clinton alla Al Smith dinner, una cena di beneficenza che da quasi 70 anni è diventata un rito della politica americana, dove i candidati presidenziali, a pochi giorni dell'election day, sono chiamati a scambiarsi più facezie che frecciate.
Ma all'indomani dell'ultimo ruvido duello tv, i due nominee, separati a tavola solo dal cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan nel proibitivo ruolo di peace-maker, hanno confermato che si detestano in modo insanabile.
Dopo la mancata stretta di mano, il tycoon è partito in modo soft: si è vantato ironicamente di essere conosciuto per la sua modestia, quindi ha deriso la Clinton sostenendo che gli invitati della serata erano ''la folla più grande della stagione'' per la candidata democratica e che era la prima volta che Hillary sedeva e parlava a leader aziendali senza essere pagata.
L'ex first lady è stata al gioco ridendo ma poi il tycoon ha abbandonato il fair play e si è lasciato andare agli insulti, descrivendo la Clinton come ''corrotta'' e attaccandosi alle informazioni contenute nelle sue email hackerate, comprese le offese del suo staff ai cattolici. Un cambio di tono che non è piaciuto al pubblico.
La nominee democratica non ha trattenuto l'avversario, preferendo l'ironia: se non ti piace quello che dico, puoi gridare 'wrong', gli ha detto, evocando la parola usata dal magnate per negare qualsiasi accusa nei suoi confronti. ''Ho preso una pausa dal mio rigoroso programma di pennichella per essere qui'', aveva esordito con un pizzico di autoironia sulle accuse di salute precaria lanciate da Trump.
«Il pubblico dovrebbe essermi grato perché generalmente prendo un sacco di soldi per discorsi come questo», aveva continuato sullo stesso registro. Ma poi ha colpito il re del mattone su uno dei suoi punti deboli, il suo comportamento verso le donne: «guarda la Statua della libertà e vede un 4. Forse un 5 se perde la torcia e la tavoletta e cambia la sua capigliatura».
La Clinton ha graffiato scherzando ancora sulla sua salute, raccontando che Trump le aveva mandato molto cavallerescamente un'auto per portarla alla cena: «ma in realtà era un carro funebre».
Il direttore politico di Trump fa un passo indietro - A 19 giorni dall'election day, Jim Murphy si sfila dalla campagna di Donald Trump, di cui era direttore politico nazionale. Lo rivela Politico, citando tre fonti vicine alla campagna del tycoon.
«Non mi sono dimesso ma per ragioni personali ho fatto un passo indietro», ha spiegato lo stesso Murphy in una dichiarazione a Politico, senza elaborare i motivi del suo disimpegno. Murphy aveva giocato un ruolo chiave nel tentativo di conquistare gli swing state, che ora vedono in gran parte Trump in svantaggio, ed era emerso come uomo ponte tra il candidato e il partito repubblicano.