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COLOMBIA«Le Farc non sono più considerate organizzazioni terroristiche»

26.09.16 - 20:59
Federica Mogherini celebra l'accordo di pace tra il governo e le forze armate. Un accordo storico dopo 52 anni di conflitti. Kerry incontra le vittime
«Le Farc non sono più considerate organizzazioni terroristiche»
Federica Mogherini celebra l'accordo di pace tra il governo e le forze armate. Un accordo storico dopo 52 anni di conflitti. Kerry incontra le vittime

BOGOTÀ - Nella giornata nella pace in Colombia, il primo segno concreto di riconciliazione lo ha dato l'Unione Europea, che ha annunciato oggi la sospensione delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) dalla sua lista di organizzazioni terroristiche.

 

«Le Farc fuori dalle liste terroristiche» - «La Colombia manda un messaggio di pace. L'Unione Europea dà il suo appoggio e sospende le Farc dalle lista delle organizzazioni terroristiche»: con questo messaggio su Twitter l'Alto Rappresentante Federica Mogherini - che si trova oggi a Cartagena de Indias, dove sarà firmato l'accordo fra governo e guerriglia - ha annunciato la decisione presa a Bruxelles.

Tutto pronto per la pace - «Sarà una cerimonia semplice, questo non è uno show ma la firma della pace»: così il governo colombiano descrive l'evento nel quale in serata (la notte in Svizzera) verrà firmata a Cartagena de las Indias la storica intesa tra le autorità e la guerriglia Farc. A sottolinearlo è stata la ministro per il commercio, Maria Claudia Locoutore, responsabile dell'organizzazione.

70 minuti e 2'500 invitati - La cerimonia, ha precisato, non durerà più di 70 minuti e si svolgerà nel centro di convenzioni della città, dove sono stati tra l'altro allestiti sei mega-schermi, alla presenza di 2.500 invitati, tra i quali i leader o ministri degli esteri di una quarantina di paesi e una decina di rappresentanti di organismi multilaterali.

Omaggio alle vittime - L'evento inizierà alle 17 ore locali con la presentazione di una banda musicale di bambini che interpreterà l'inno nazionale. Poi ci sarà un omaggio alle vittime della violenza: quindi, la firma della pace, e gli interventi, tra i quali quelli del leader Farc Rodrigo "Timochenko" Londono e del presidente Juan Manuel Santos.

Fine a 52 anni di conflitti - Il documento che chiuderà 52 anni di conflitti sarà firmato con un 'baligrafo', e cioè una pallottola (bala) «divenuta stilografica», a rappresentare «la transizione verso l'educazione e il futuro», ha precisato Santos.

1'200 giornalisti accreditati - Tra gli invitati, parlamentari, magistrati, 400 vittime delle violenze degli ultimi anni, 120 membri delle Farc, industriali, sindacalisti, militari. A seguire l'evento saranno 1.200 giornalisti, colombiani e stranieri, mentre la sicurezza sarà garantita da 2.700 uomini.

Kerry visita le vittime - Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha incontrato un gruppo di guerriglieri smobilitati delle Farc, così come rappresentanti delle vittime di un conflitto durato più di mezzo secolo, per ribadire l'impegno di Washington per assistere nella delicata fase di implementazione dell'accordo: 660 milioni di dollari.

Sostegno anche dal Canada - Anche il ministro degli Esteri canadese, Stéphane Dion, ha annunciato che il suo governo sosterrà economicamente la Colombia nella fase post-trattato, promettendo circa 16 milioni di dollari, in aggiunta ai 50 già annunciati nel luglio scorso per «costruire la pace sostenibile», e particolarmente per lo smantellamento dei campi di mine seminate dalle Farc.

«Costruire un futuro migliore» - Da parte sua, il segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin, ha presieduto una cerimonia liturgica per la riconciliazione nazionale nella storica chiesa di San Pietro Clavier, durante la quale ha pregato perché «la Colombia impari a dare sollievo al dolore di tanti dei suoi abitanti, per costruire un futuro migliore e ricostruire la dignità di coloro che hanno sofferto e soffrono ancora».

Uribe contro l'«accordo tradimento» - Non tutti, però, si sono associati al clima di festa per la pace e la riconciliazione. L'ex presidente Alvaro Uribe, strenuo difensore del voto per il "no" nel referendum sull'accordo che si svolgerà domenica prossima, è sfilato oggi in testa a un corteo a Cartagena per respingere quella che definisce «una resa». Accompagnato da poche decine di militanti - le misure di sicurezza non permettevano mobilitazioni di massa - Uribe ha denunciato quello che secondo lui è «un accordo-tradimento, che garantisce l'impunità a un gruppo di delinquenti che si sono dedicati per anni al traffico di droga, il sequestro, lo stupro e il reclutamento di minorenni».

 
 

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