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BRASILEImpeachment di Dilma, comincia la sessione del senato

25.08.16 - 14:46
La conclusione avverrà con il voto sulla destituzione della presidente di sinistra, accusata di aver commesso irregolarità nella gestione del bilancio statale
Impeachment di Dilma, comincia la sessione del senato
La conclusione avverrà con il voto sulla destituzione della presidente di sinistra, accusata di aver commesso irregolarità nella gestione del bilancio statale

SAN PAOLO - Il senato brasiliano comincia oggi la sessione finale prevista dalla procedura di impeachment nei confronti della presidente Dilma Rousseff. La sessione, sotto la guida del presidente della Corte suprema Ricardo Lewandowski, si concluderà con un voto sulla destituzione della presidente di sinistra, accusata di aver commesso irregolarità nella gestione del bilancio statale.

Per destituire la presidente, sospesa dalle funzioni lo scorso 12 maggio, sarà necessario il voto di due terzi dei senatori, ovvero 54 su 81. Il calendario prevede per oggi e domani l'audizione dei testimoni dell'accusa e della difesa della prima presidente donna del Brasile, rieletta per un secondo mandato di quattro anni nell'ottobre del 2014.

Lunedì, alla ripresa dei lavori, Dilma si difenderà personalmente dalle accuse in aula. Poi cominceranno le operazioni di voto, che dovrebbero concludersi il 30 agosto.

Alla vigilia, 48 degli 81 senatori si sono già dichiarati pubblicamente a favore della destituzione di Dilma, 18 contrari e 15 non hanno rivelato le proprie intenzioni di voto. Il governo del presidente ad interim Michel Temer, ex alleato di Dilma nonché suo ex vice presidente, si dice fiducioso e sostiene che almeno 61 senatori voteranno per l'impeachment.

Dilma, che ieri ha incassato il sostegno di 22 personalità internazionali tra i quali i registi Ken Loach e Oliver Stone, gli attori Viggo Mortensen, Danny Glover e Susan Sarandon, il linguista Noam Chomsky, il cantante Harry Belafonte, la stilista Vivienne Westwood e il compositore Brian Eno, ha ribadito che non intende dimettersi, come fece l'ex presidente Fernando Collor de Mello il 29 dicembre del 1992, e ha ribadito che l'impeachment «è un colpo di Stato».

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