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REGNO UNITOLa stampa evoca un «ultimatum» di Cameron sull'immigrazione

29.06.16 - 16:57
Secondo i giornali filo-conservatori il premier dimissionario avrebbe fatto la voce grossa nel confronto con i leader europei
La stampa evoca un «ultimatum» di Cameron sull'immigrazione
Secondo i giornali filo-conservatori il premier dimissionario avrebbe fatto la voce grossa nel confronto con i leader europei

LONDRA - È una lettura fuori sincrono con Bruxelles, ma forse fuori sincrono anche con la realtà quella che fa capolino oggi sulle prime pagine dei giornali britannici più filo-conservatori a proposito del confronto di ieri fra David Cameron e gli altri leader europei sul dopo-Brexit.

Per il Daily Telegraph, il premier britannico uscente sarebbe nelle condizioni di chiedere «un accordo sull'immigrazione» all'Ue quasi come una condizione a quella (problematica) permanenza nel mercato unico che peraltro appare soprattutto nell'interesse di Londra provare a salvare uscendo dall'Unione. Mentre il Times azzarda addirittura l'idea di «un ultimatum sull'immigrazione di Cameron», tralasciando che l'inquilino di Downing Street è un'anatra zoppa con la valigia pronta.

Il Financial Times sottolinea da parte sua che Cameron, promotore in prima persona del referendum del 23 giugno, avrebbe dato parte della colpa della vittoria del Leave agli errori dell'Ue sui migranti, ma non condivide una ricostruzione baldanzosa del vertice. E la Bbc si limita infine a notare come il premier abbia assicurato che il Regno Unito, pur dovendo lasciare l'Ue per il responso referendario, non intende «voltare le spalle all'Europa».

Due opzioni per la Gran Bretagna - Due opzioni per la nuova relazione tra Londra e Bruxelles: questi i possibili esiti del negoziato con la Gran Bretagna secondo le ipotesi presentate oggi dal presidente francese François Hollande.

La prima soluzione è quella di «Paese terzo senza accesso al mercato unico come il Canada e gli Usa». Oppure il modello Norvegia: «un Paese terzo con accesso pieno alle regole del mercato unico». In questo caso, ha precisato Hollande, Londra «sarebbe in una situazione in cui non partecipa alle decisioni del Parlamento, del Consiglio e della Commissione Ue, ma sarebbe obbligato a rispettare tutte le loro decisioni prese sul funzionamento del mercato interno». Ivi comprese, ha precisato Hollande, le 4 libertà fondamentali: libertà di circolazione dei beni, dei servizi, dei capitali e delle persone. «Non ci potranno essere deroghe», ha poi aggiunto il presidente francese alludendo alla circolazione delle persone.

Oltre a ciò, per Hollande Londra dovrà «contribuire finanziariamente al funzionamento del mercato interno: la Norvegia paga una certa somma, per la Gran Bretagna si tratterebbe di un livello molto maggiore».

Il presidente francese ha anche parlato di una 'terza via' che consentirebbe a Londra di «prendere alcuni aspetti della Ue che interessano e altri no», ma non ha chiarito quali potrebbero essere le politiche da condividere e i loro costi.

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