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AFGHANISTANAkhundzada è il nuovo leader dei Talebani

25.05.16 - 19:13
Il portavoce dell'Emirato islamico dell'Afghanistan ha comunicato che l'elezione è avvenuta all'unanimità
Akhundzada è il nuovo leader dei Talebani
Il portavoce dell'Emirato islamico dell'Afghanistan ha comunicato che l'elezione è avvenuta all'unanimità

KABUL - I talebani hanno un nuovo leader. Scegliendo un insolito 'fast track' decisionale, oggi hanno annunciato la designazione del loro nuovo capo e confermato allo stesso tempo che il precedente, il Mullah Akhtar Mansour, è stato effettivamente ucciso la settimana scorsa in modo rocambolesco da un drone americano mentre viaggiava in auto, praticamente solo, nella provincia pachistana di Baluchistan.

La decisione di eleggere il Mawlavi Hebatullah Akhundzada alla guida dell'Emirato islamico dell'Afghanistan è stata presa al termine di una rapida 'Shura' (Gran Consiglio) organizzata in territorio pachistano a cui hanno partecipato, oltre ai vertici talebani, i comandanti e le personalità religiose più importanti.

In un comunicato, il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha sottolineato che l'elezione di Akhundzada "è avvenuta all'unanimità". Un fatto, ha aggiunto, che "deve spingere tutti i militanti a fare atto di sottomissione al nuovo 'Emir-al-Momineen' (Comandante dei leali)". Come suoi vice sono stati eletti Sirajuddin Haqqani, membro della temibile Rete Haqqani vicina ad Al Qaida, ed il Mullah Mohammad Jaqoob, figlio del defunto fondatore dell'Emirato islamico, Mullah Omar. Proprio quest'ultimo era dato per favorito per la successione, ma la sua giovane età e l'aver fatto parte di una fronda contro Mansour lo hanno penalizzato.

Akhundzada, invece, non godeva del favore dei pronostici perché, pur ricoprendo il ruolo di 'numero due' di Mansour, era considerato più interessato agli affari religiosi che alle azioni militari, che sono la sostanza della 'jihad' dei mujaheddin talebani che dal 2001 si oppongono alle forze di sicurezza afghane e la Coalizione internazionale.

Ma alcuni analisti afghani ritengono che la scelta da lui fatta in passato di non schierarsi nello scontro fra fazioni avvenuto all'interno dell'Emirato islamico dopo la nomina del Mullah Mansour quale successore del Mullah Omar, gli fornisca ora un credito per candidarsi ad unificatore del movimento.

Così la pensa un ex ministro degli Esteri talebano, il Mullah Mohammad Ghous, che in dichiarazioni ad una agenzia di stampa ha detto che "si è trattato di una scelta molto saggia". Akhundzada, ha spiegato, "è molto rispettato nei ranghi dei talebani e potrebbe rappresentare una forza unificante per il movimento attualmente fratturato".

Tuttavia in Pakistan uno dei giornalisti più esperti di questioni talebane, Sami Yousafzai, ha sostenuto che Akhundzada "è un tipico Mullah radicale". Quando i talebani erano al potere (1996-2001), ha ricordato, "prese durissime decisioni come responsabile della giustizia nella provincia di Kandahar". A Kabul, intanto, sottolineando il suo mutato atteggiamento nei confronti dei talebani che non hanno accettato l'offerta di dialogo rivolta loro dal presidente Ashraf Ghani, il governo afghano ha accolto freddamente la notizia della nuova nomina. Il portavoce della presidenza, Shah Hussain Murtaza, ha chiarito che "se i talebani non accettano la pace, dovranno affrontare lo stesso destino che il loro ex leader ha avuto in terra straniera".

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