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ELEZIONI USAUSA 2016, il clima si fa rovente

29.04.16 - 20:44
Agenti in assetto antisommossa e a cavallo per disperdere la folla
USA 2016, il clima si fa rovente
Agenti in assetto antisommossa e a cavallo per disperdere la folla

NEW YORK - Agenti in assetto antisommossa e a cavallo per disperdere la folla. Un'auto della Polizia vandalizzata, strade bloccate, caos, tafferugli e oltre 20 arresti. Non più solo di feroci botta e risposta in dibattiti tv è fatta la campagna per le primarie americane, ma la tensione ormai alle stelle arriva in strada.

In California, dove decine di manifestanti hanno invaso l'area attorno alla centro congressi di Casa Mesa, nel sud, dove il candidato per la nomination repubblicana Donald Trump ha tenuto un evento elettorale con migliaia di suoi sostenitori ieri sera. Nessun ferito grave e prima della mezzanotte le forze dell'ordine avevano già riportato l'intera area alla normalità, ma oggi a Burlingame ad attendere Trump per la locale convention del Grand Old Party è schierato un cordone di polizia, mentre media locali riferiscono di un uomo con un berretto della campagna pro-Trump aggredito. Manifestanti hanno anche bloccato un'autostrada, nei pressi della città. Resta così alto l'allarme per un clima di tensione pronto a esplodere in qualsiasi momento.

È il rovescio della medaglia dell''effetto Trump' secondo alcuni osservatori, i potenziali effetti collaterali della campagna infuocata lanciata dal tycoon all'insegna del 'niente peli sulla lingua a tutti i costi', tra attacchi sull'immigrazione e la promessa, cavallo di battaglia del miliardario di New York, di costruire un muro alla frontiera con il Messico, che ha già indotto alla mobilitazione delle forze dell'ordine per diversi eventi in tutto il Paese. Come a marzo a Chicago quando il candidato è stato costretto a cancellare un comizio dopo scontri all'interno dell'auditorium ancor prima che Trump arrivasse, o a Kansas City (Missouri) dove - ricorda il New York Times - la Polizia ha usato spray urticanti per disperdere la folla.

la tensione sul campo non fa altro che riflettere la temperatura alle stelle in queste ultime battute prima della conclusione delle primarie. Si è inasprito anche il dibatto politico strettamente inteso e soprattutto in prospettiva di uno showdown tra Donald Trump e Hillary Clinton nello sprint finale per la conquista della Casa Bianca. Come prevedibilmente inevitabile, adesso è il tema della 'campagna di genere' a farla da padrone, dopo che il magnate di New York ha accusato la ex segretario di Stato di "giocare la carta della donna", tornando ad attirare su di se condanne per sessismo e maschilismo.

Lui però non si ferma, anzi va oltre e 'minaccia' di sfruttare il passato di Bill Clinton contro la rivale. Il tema si trascina fin dallo scorso anno quando il tycoon aveva tirato in ballo Bill Clinton puntando il dito contro il suo comportamento verso le donne e menzionando presunte infedeltà' dell'ex presidente.

Eppure per Trump è quasi record: si prepara a diventare il candidato repubblicano con il maggior numero di voti ottenuti alle primarie. Secondo i dati resi noti da Politico, dopo la travolgente vittoria nei cinque Stati del nord est martedì scorso, il re del mattone è arrivato a quota 10,1 milioni di voti, circa 250 mila in più di quanto Mitt Romney aveva raccolto alle primarie del 2012 e 153 mila in più di John McCain nel 2008. A parere degli esperti, inoltre, Trump con tutta probabilità riuscirà a battere l'attuale record di 10,8 milioni di voti raccolti da George W. Bush nel 2000.

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