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FRANCIA / SVIZZERAStrage familiare: l'inchiesta si estende a Ginevra e ad altri cantoni

05.10.12 - 17:49
Una commissione rogatoria inoltrata dalla giustizia francese chiede lo svolgimento di determinati "atti" in Svizzera
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Strage familiare: l'inchiesta si estende a Ginevra e ad altri cantoni
Una commissione rogatoria inoltrata dalla giustizia francese chiede lo svolgimento di determinati "atti" in Svizzera

GINEVRA - Ad un mese dalla strage di una famiglia britannica di origini irachene a Chevaline, in Alta Savoia, l'inchiesta si estende a Ginevra e ad altri cantoni: una commissione rogatoria inoltrata dalla giustizia francese chiede lo svolgimento di determinati "atti" in Svizzera.

Il canton Ginevra centralizzerà l'inchiesta su incarico dell'Ufficio federale della giustizia, ha indicato oggi all'ats il portavoce del ministero pubblico ginevrino, rifiutando di precisare la natura degli "atti" richiesti dalla magistratura francese.

Nei giorni seguenti la strage, gli inquirenti francesi avevano indicato di aver l'intenzione d'indagare sulla possibile fuga dei killer in Svizzera e in Italia. La stampa britannica, dal canto suo, aveva evocato l'esistenza di un conto bancario in Svizzera.

Fitto mistero - Le ricerche condotte finora non hanno consentito di dissipare il mistero sulle cause del dramma. Gli inquirenti francesi lanceranno domani un appello ad eventuali testimoni.

"Tutti lavorano, ma non ci sono rivelazioni miracolose atte a conferire una svolta decisiva al caso", ha indicato oggi il procuratore di Annecy Eric Maillaud.

Il 5 settembre scorso, Saad al-Hilli, 50 anni, la moglie Iqbal, 47 anni, la madre di quest'ultima Suhaila al-Allaf, 74 anni, erano stati uccisi a colpi d'arma da fuoco a Chevaline, vicino ad Annecy (F), dove la famiglia trascorreva una breve vacanza. Nella sparatoria era stato ucciso anche un ciclista francese.

La figlia maggiore della coppia era rimasta gravemente ferita, mentre la sorellina era rimasta illesa, dopo essersi nascosta per otto ore sotto le gambe della mamma e della nonna.

Con l'appello ai testimoni domani, "tentiamo di trovare qualcuno che avrebbe potuto vedere un elemento importante in grado di far avanzare l'inchiesta, come il passaggio della vettura della famiglia o di altri veicoli, se non altro per rintracciare con precisione l'itinerario della famiglia", indica Maillaud.

Gli specialisti del servizio delle scienze del comportamento tentano peraltro di stabilire un "profilo" degli autori della strage, ma la pista di uno o più "professionisti" appare "poco verosimile": "è difficile immaginare un sicario sperimentato, pagato a peso d'oro, sparare una ventina di pallottole", commenta il procuratore.

Nuove ipotesi - In un primo tempo erano state presentate tre piste: un litigio fra Saad e il fratello in merito ad un'eredità, la professione del padre, che ha lavorato per una società leader mondiale di microsatelliti, e l'Iraq.

"Nessuna ipotesi è privilegiata, ma ciò non vuol dire che l'inchiesta segna il passo; al contrario", assicura dal canto suo il tenente-colonnello Benoît Vinnemann, della sezione di ricerche di Chambéry (F), incaricato dell'indagine. "Si sono aperte nuove ipotesi", ha aggiunto, senza voler fornire altri particolari.

Testimone diretto del dramma, la piccola Zainab, 7 anni, ha semplicemente indicato agli inquirenti di aver visto "un cattivo". "Non contiamo interrogarla di nuovo, ma non è escluso che emergano altri elementi, nel quadro di confidenze agli operatori sociali e ai familiari".

Gli inquirenti si interessano pure alla Spagna, paese dov'è deceduto il padre di Saad al-Hilli, nonché alla Svezia, dove risiedeva la nonna.

 

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