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INDIAKashmir: disordini e coprifuoco, il bilancio sale a 17 morti

10.07.16 - 12:29
Il ministro dell'Interno ha rivolto un appello ai manifestanti
Kashmir: disordini e coprifuoco, il bilancio sale a 17 morti
Il ministro dell'Interno ha rivolto un appello ai manifestanti

NUOVA DELHI - È salito a 17 il numero dei morti negli scontri fra manifestanti e forze dell'ordine sviluppatisi nello Stato indiano di Jammu & Kashmir.

Le proteste sono iniziate dopo l'uccisione venerdì sera di Burhan Wali, giovane comandante del gruppo separatista Hizbul Mujaheddin, e di due suoi compagni. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa Ians.

Ieri migliaia di dimostranti si sono riversati nelle strade di molti distretti del Kashmir sfidando la polizia in scontri che hanno avuto un bilancio di 11 civili morti e 200 feriti, metà fra le forze dell'ordine. Inoltre, tre agenti risultano dispersi.

Nonostante il coprifuoco imposto dalla mezzanotte in tutta la valle, gli incidenti sono ripresi stamani e un manifestante è stato ucciso nel distretto di Pulwama e altri 4 sono morti in ospedale per la gravità delle ferite riportate. Infine, secondo l'agenzia di stampa Ani, manifestanti hanno spinto oggi un veicolo delle forze di sicurezza nel fiume Jhelum del distretto di Anantnag, causando la morte di un agente.

Appello alla calma - Il ministro dell'Interno indiano Rajnath Singh ha rivolto oggi un appello dopo aver presieduto un incontro di alto livello per valutare la situazione dopo l'uccisione venerdì del giovane comandante separatista Buhran Wali e ha quindi parlato per telefono con il governatore del Kashmir, Mehbooba Mufti, assicurando tutto l'appoggio del governo centrale per controllare la situazione.

Nonostante il coprifuoco introdotto a partire dalla mezzanotte in tutta la Valle, gli incidenti si sono ripetuti oggi in vari distretti aggiungendo altre otto vittime, sette civili e un agente, alle undici registrate ieri.

I principali leader separatisti e indipendentisti - Syed Ali Shah Geelani, Mirwaiz Umar Farroq e Mohammad Yasin Malik - sono agli arresti domiciliari, ma questo non ha impedito a decine di migliaia di persone di riversarsi nelle strade del Kashmir scontrandosi duramente con le forze dell'ordine nell'ambito di uno sciopero che si concluderà domani.

 
 

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