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EGITTO / FRANCIAL'Egitto espelle un giornalista francese, Parigi protesta

25.05.16 - 19:30
Nel suo ultimo rapporto il Comitato per la protezione dei giornalisti ha indicato l'Egitto tra i tre Paesi con il maggior numero di giornalisti detenuti
L'Egitto espelle un giornalista francese, Parigi protesta
Nel suo ultimo rapporto il Comitato per la protezione dei giornalisti ha indicato l'Egitto tra i tre Paesi con il maggior numero di giornalisti detenuti

IL CAIRO / PARIGI - Non si allenta in Egitto la stretta delle autorità sui giornalisti. A farne le spese questa volta è stato il reporter francese Remy Pigaglio, corrispondente al Cairo da metà 2014 per il quotidiano cattolico La Croix e la radio Rtl, che si è visto vietare l'ingresso nel Paese al ritorno da una trasferta.

Questo nonostante, sottolineano i suoi datori di lavoro, avesse tutti i documenti in regola.

Immediata la reazione del governo francese, che in una nota diffusa dal ministero degli Esteri afferma di "disapprovare vivamente" la decisione di espellere il cronista, presa dalle autorità egiziane nonostante l'intervento del capo della diplomazia transalpina, Jean-Marc Ayrault.

Ben più dure le parole dei colleghi di Pigaglio al Cairo, che in un messaggio diffuso su web e social network denunciano "la crescente repressione esercitata dalle autorità su media egiziani e stranieri" e chiedono "spiegazioni" su quanto successo. Non senza sottolineare che "la libertà di stampa è ripetutamente calpestata, mettendo in pericolo la sicurezza dei giornalisti".

Remy Pigaglio, riferisce La Croix nella ricostruzione degli eventi, ha un visto giornalistico semestrale, ed è regolarmente accreditato dal centro stampa egiziano. Ma quando, l'altro ieri, ha presentato questi documenti al varco in ingresso dell'aeroporto della capitale, è stato bloccato. Ha solo avuto il tempo di avvertire con un breve messaggio l'ambasciata di Francia e alcuni colleghi prima di vedersi sequestrare passaporto e telefono e di essere accompagnato in una stanza adiacente. Poi, ogni contatto gli è stato vietato.

Solo in serata ha potuto contattare l'ambasciata e i suoi familiari. La diplomazia transalpina ha tentato in ogni modo di opporsi alla sua espulsione, ma invano. Ha finito per trascorrere la notte in cella, ed è stato poi rimpatriato.

"Niente mi è stato confiscato, e non sono stato maltrattato. Non c'è stato nessun interrogatorio - ha detto ai colleghi di La Croix prima di imbarcarsi sul volo di ritorno - Non ho mai saputo, e tutt'ora non so, perché questa decisione di divieto di ingresso sia stata presa".

Nel suo ultimo rapporto, il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ha indicato l'Egitto tra i tre Paesi con il maggior numero di giornalisti detenuti, sottolineando che "forse da nessuna parte il clima per la stampa di è deteriorato più rapidamente" e accusando il presidente Abdel Fattah al-Sisi di usare il pretesto della sicurezza nazionale per impedire ai cronisti di fare il proprio lavoro.

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