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STATI UNITIAttentatore di Boston, boia o ergastolo? L'opinione pubblica è divisa

21.04.15 - 20:31
Dzhokhar Tsarnaev con il fratello aveva fatto scoppiare una bomba durante la maratona uccidendo tre persone
Attentatore di Boston, boia o ergastolo? L'opinione pubblica è divisa
Dzhokhar Tsarnaev con il fratello aveva fatto scoppiare una bomba durante la maratona uccidendo tre persone

BOSTON - Ergastolo o pena di morte? Da oggi a Boston si decide la sorte di Dzhokhar Tsarnaev, il ragazzo ceceno che due anni fa, con il fratello Tamerlan, ha messo la bomba alla maratona di Boston. La giuria del processo è tornata a riunirsi nel tribunale federale dove un mese fa Dzhokhar è stato riconosciuto colpevole della morte di tre persone, 264 i feriti.

Un paradosso: lo Stato del Massachusetts ha abolito le esecuzioni tre decenni fa, ma l'azione penale contro Tsarnaev è federale, e il governo federale Usa ha ancora la pena di morte.

Se il verdetto di colpevolezza era prevedibile, la seconda fase è all'insegna dell'incertezza. Il dibattito sulle iniezioni letali sta per approdare alla Corte Suprema mentre le famiglie delle vittime dei fratelli Tsarnaev si sono divise sulla punizione da imporre. Qualche giorno fa i genitori di Martin Richard, il bimbo di otto anni ucciso mentre salutava il padre sulla linea del traguardo, hanno chiesto al governo di rinunciare a chiedere la pena di morte: gli infiniti appelli e contrappelli altro non farebbero che rinnovare il loro dolore impedendo alla famiglie la possibilità di voltare pagina. Anche Jessica Kensky e Patrick Downes, che si sono sposati dopo l'attentato, sono per la condanna all'ergastolo senza sconti di pena: "Dobbiamo superare il nostro impulso alla vendetta", hanno detto avendo perso entrambi tutte e due le gambe. Contro la pena di morte anche la sorella dell'agente di sicurezza dell'MIT ucciso dai Tsarnaev: "Non mi darebbe nè pace nè giustizia".

Anche l'opinione pubblica è divisa anche se in lieve maggioranza (53 su cento) favorevole al partito della forca. Tra questi Liz Norden, i cui due figli hanno subito gravi mutilazioni. "Ha distrutto troppe vite. Merita di morire". Il dibattito è complesso. La settimana scorsa all'Onu di Ginevra attivisti americani contro la pena di morte hanno sostenuto che una via per scardinare il sistema della morte di Stato è evidenziarne le contraddizioni: tra queste gli Stati abolizionisti come il Massachusetts nelle cui aule si celebrano casi di pena capitale. La procura federale ha chiesto oggi la legge del taglione. La procuratrice Carmen Ortiz ha esordito mostrando una foto di Dzhokhar in carcere tre mesi dopo l'arresto: "Si è mostrato all'obiettivo con un gesto di sfida. Ha tradito il Paese che lo ha accolto e non si è mai pentito". Per la difesa, Judy Clark ha invocato la giovane età dell'imputato: 19 anni quando con il fratello maggiore, ha messo la bomba. Le sue azioni sono "imperdonabili", ma senza la cattiva influenza di Tamerlan, Dzhokhar non sarebbe diventato autore di una strage.

di Alessandra Baldini, ANSA

 

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