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PALESTINANella "Striscia" per ricostruire

29.12.14 - 20:16
Otto ministri del governo palestinese di riconciliazione nazionale hanno lasciato Ramallah e sono giunti oggi nella Striscia per organizzare i primi interventi
Nella "Striscia" per ricostruire
Otto ministri del governo palestinese di riconciliazione nazionale hanno lasciato Ramallah e sono giunti oggi nella Striscia per organizzare i primi interventi

GERUSALEMME - Qualcosa si muove per la ricostruzione di Gaza: all'indomani di esacerbate proteste popolari nella Striscia per i ritardi nei lavori dopo il conflitto della scorsa estate con Israele, otto ministri del governo palestinese di riconciliazione nazionale hanno lasciato Ramallah e sono giunti oggi nella Striscia per organizzare i primi interventi. Nei prossimi giorni dovrebbe unirsi a loro anche il premier, Rami Hamdallah, che si dice fiducioso nella cooperazione di tutte le fazioni politiche palestinesi, in primo luogo di Hamas.

Ma intanto la tensione oggi si è di nuovo impennata in Cisgiordania, dove un ragazzo di 16 anni, Imam Dwiekat, è stato colpito a morte dal fuoco di soldati israeliani. Secondo la versione ufficiale, in precedenza aveva scagliato grosse pietre contro i veicoli israeliani in transito e aveva ignorato colpi di avvertimento sparati dai militari. Nelle arterie della Cisgiordania gli attacchi ai veicoli israeliani sono sempre più frequenti. In particolare ha destato impressione, giorni fa, il rogo di un'automobile di coloni centrata da una bottiglia molotov che ha provocato gravi ustioni a una bambina.

A Gaza, dopo numerose incertezze, nella mattinata sono finalmente giunti otto ministri: è la loro seconda visita nella Striscia dalla formazione del governo unitario, nel giugno scorso. Ancora sabato un dirigente di Hamas, Mussa Abu Marzuk, aveva polemizzato apertamente con il presidente dell'Anp Abu Mazen accusandolo fra l'altro di non "aver alzato un dito" per ovviare alla crisi nei servizi medici della Striscia e di aver ignorato lo stato generale di abbandono. I ministri, tutti tecnocrati, erano comunque accompagnati oggi da decine di alti funzionari. Hanno annunciato che si fermeranno per oltre una settimana per riorganizzare i rispettivi ministeri e dar vita ai primi interventi.

Secondo il ministro del lavoro, Mamoun Abu Shahla, la priorità andrà alla ricostruzione delle zone distrutte dalla guerra. Stime ufficiose, citate dalla agenzia Maan, indicano che gli sfollati sono oltre 100 mila. Per assisterli occorrerà facilitare l'ingresso dei materiali di costruzione: cosa che implica l'attivazione a tempo pieno dei valichi con Israele e con l'Egitto. Israele vuole essere certo che materiali edili non saranno requisiti da Hamas. L'Egitto da parte sua insiste affinché il valico di Rafah (fra il Sinai e Gaza) venga gestito unicamente dagli uomini di Abu Mazen: una richiesta che Hamas trova però inaccettabile.

Altri problemi pratici sul tavolo - oltre ai severi ritardi nei finanziamenti promessi da Paesi donatori - riguardano l'erogazione della corrente elettrica, che oggi viene distribuita per sei-otto ore al giorno, delle fognature, e dei rifugi per gli sfollati.

ats ans

 

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