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CORRISPONDENZE ESTEREQuelli dei luoghi proibiti nella Londra sotterranea. Un ticinese racconta

29.01.14 - 07:17
Agiscono di notte. Attraversano tunnel sotto terra in compagnia dei topi. Oltrepassano proprietà private e raggirano norme di sicurezza. Un ticinese ci racconta gli "Urban Explorers" di Londra
Foto di Giacomo Hug
Quelli dei luoghi proibiti nella Londra sotterranea. Un ticinese racconta
Agiscono di notte. Attraversano tunnel sotto terra in compagnia dei topi. Oltrepassano proprietà private e raggirano norme di sicurezza. Un ticinese ci racconta gli "Urban Explorers" di Londra

LONDRA - Pochi mesi fa una fotografia ha appassionato i media inglesi. Ritraeva un uomo appeso a un grattacielo in costruzione, di notte, a trecento metri di altezza, mentre osservava tranquillo il panorama. Vestito con scarponcini e giacca a vento pareva uno sherpa perso per strada. Si trattava di qualcosa di simile, ma l’uomo non si era perso affatto, era un “esploratore urbano” e quell’istante rappresentava il successo di un impresa pianificata da mesi.

Londra ha otto milioni di abitanti, cinquemila a chilometro quadro. All’ora di punta le strade sono intasate, i mezzi pubblici colmi e i marciapiedi brulicano di vita. È difficile immaginare un luogo più contaminato dall’uomo. Eppure la superficie nasconde un mondo inesplorato a soli due passi dal pendolare frettoloso. Pochi conoscono le stazioni fantasma della metropolitana per esempio. Chiuse al pubblico da decenni e difficilmente localizzabili, queste sono accessibili solo ripercorrendo i lunghi tunnel della metropolitana in compagnia dei topi.

Questo è il mondo degli “urban explorers”, un movimento silenzioso nato negli anni duemila dal desiderio di conoscere a fondo il territorio in cui si vive e riappropriarsi degli spazi urbani. Un’esperienza liberatoria, la definiscono alcuni, in risposta alla paranoia della sicurezza e alla cultura del rischio zero che modellano le nostre città.

Torcia alla mano, gli esploratori infiltrano luoghi solitamente inaccessibili o semplicemente dimenticati. Si organizzano da soli o in gruppo e si avventurano di notte. Ogni spedizione richiede documentazione, appostamenti, una pianificazione meticolosa e una buona dose di coraggio. La città è generosa e offre loro i suoi tetti, le sue torri, cantieri, tunnel, ponti, bunker, ospedali abbandonati, fabbriche in disuso, … Qualcuno ha addirittura arrembato una nave da guerra in rottamazione, in barba alle pattuglie dei militari.

C’è chi è spinto dal desiderio di documentare degli scenari insoliti con fotografie e video, chi dalla voglia d’avventura e il piacere dell’adrenalina. L’esploratore urbano lascia i luoghi intatti e non interferisce. Di ogni posto registra l’odore, il colore, la consistenza. La sua ambizione non è altra che fare l’esperienza di un luogo in prima persona, con la soddisfazione di sapere che quello spettacolo è negato ai più. L’attività non è propriamente legale però. Per farsi strada bisogna oltrepassare proprietà private e raggirare le norme di sicurezza. Non è raro che si venga scoperti e trattenuti da agenti di sicurezza o dalla polizia. Qualcuno è finito in guai seri.

Per questo l’improvviso interesse dei giornalisti non è piaciuto agli esploratori, che hanno bisogno di agire nell’ombra. La fotografia dell’uomo sul grattacielo ha fatto il giro del mondo e ha reso il fenomeno conosciuto. Ora che la loro esistenza è stata svelata sarà loro più difficile passare inosservati. Ma l’esplorazione non è finita.

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