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STATI UNITIOnde gravitazionali, le nuove "chiavi" del cielo

16.10.17 - 22:00
Onde gravitazionali, le nuove "chiavi" del cielo

WASHINGTON - Albert Einstein lo aveva intuito agli inizi del Novecento, il premio Nobel per la fisica 2017 lo ha riconosciuto poche settimane fa, e ora il primo studio dei segnali emessi dalla fusione di due stelle di neutroni, fatto dalle collaborazioni Ligo e Virgo insieme a 70 telescopi a Terra e nello spazio, lo conferma: le onde gravitazionali sono la chiave per 'aprire' le porte della nuova astronomia.

Simili alle increspature generate da un sasso che cade in uno stagno, le onde gravitazionali sono le "vibrazioni" dello spazio-tempo provocate dai fenomeni più violenti dell'universo, come le collisioni di buchi neri e le esplosioni di supernovae.

Il loro primo 'cinguettio' è stato captato nel settembre 2015 da due grandi collaborazioni internazionali, l'americana Ligo e l'europea Virgo. La scoperta è stata annunciata l'11 febbraio 2016 a Washington con un entusiastico 'We did it!' ('ce l'abbiamo fatta!'), e contemporaneamente dai ricercatori di Virgo a Cascina, vicino a Pisa.

Da allora sono stati intercettati in tutto quattro segnali di onde gravitazionali generati dalla collisione fra buchi neri. Il secondo è scattato il 26 dicembre 2015: annunciato a giugno 2016, ha contribuito a portare le onde gravitazionali in cima alla top ten degli eventi scientifici dell'anno secondo la prestigiosa rivista Nature. Ma in seguito le sorprese non sono mancate, come dimostra la rilevazione di un terzo segnale che ha svelato una popolazione di buchi neri mai vista prima, dalla massa pari a 20-30 volte quella del Sole. Il quarto segnale è stato rilevato congiuntamente da Ligo e Virgo lo scorso 14 agosto, e il suo annuncio ha catalizzato l'attenzione alla conferenza di apertura dell'ultimo G7 della scienza a Torino.

Il 17 agosto scorso, mentre a Stoccolma già "bolliva in pentola" il premio Nobel per Kip Thorne, Barry Barish e Rainer Weiss, ecco la quinta sorprendente rilevazione: un'onda gravitazionale generata non dalla collisione fra buchi neri, bensì dalla fusione tra due stelle di neutroni poste a 130 milioni di anni luce da noi. Un evento attesissimo dagli astrofisici, che ha segnato una svolta aprendo una nuova era per lo studio dell'universo, con l'unione dell'astrofisica gravitazionale e di quella elettromagnetica nella cosiddetta nuova "astronomia multi-messaggero", frutto di osservazioni basate su segnali di diversa natura.
 

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