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GERMANIA72 anni fa l'attentato fallito ad Adolf Hitler

20.07.16 - 23:09
La figura del Colonnello Claus Graf Schenk von Stauffenberg, l'uomo che fece esplodere la bomba al quartiere generale di Hitler
72 anni fa l'attentato fallito ad Adolf Hitler
La figura del Colonnello Claus Graf Schenk von Stauffenberg, l'uomo che fece esplodere la bomba al quartiere generale di Hitler

BERLINO - 72 anni fa una bomba esplose al Wolfsschanze, il quartier generale del Führer a Rastenburg, nella Prussia Orientale.

Lo scopo dell'attentato era quello di eliminare Adolf Hitler e, attraverso un colpo di Stato, instaurare un nuovo governo che avesse il compito di negoziare una pace separata con gli Alleati, con l'obiettivo di evitare la disfatta militare e l'invasione della Germania.

Adolf Hitler riportò ferite non gravi. Il fallimento del colpo di Stato portò all'arresto di circa 5.000 persone, molte delle quali furono successivamente giustiziate o internate nei lager.

Dietro all'attentato vi era il tenente colonnello Claus Schenk von Stauffenberg e MDR, nel suo sito online, ha tracciato una biografia dell'uomo nato nel 1907 a Jettingen, in Baviera. Discendente di una famiglia nobile cattolica, dopo la maturità, nel 1926, intraprese la carriera militare. Orgoglio, ubbidienza, lealtà e fedeltà ad Adolf Hitler erano i suoi valori. Già alle votazioni presidenziali del Reich nel 1932 si schierò contro Hindenburg e a favore di Hitler. Nel 1933 fu nominato sottotenente e prese parte alla formazione militare delle Sturmabteilung, le S.A., squadre d'assalto che rappresentarono il primo gruppo paramilitare del Partito Nazionalsocialista che arrivò a contare 400.000 aderenti.

Nell'ottobre del 1936 Von Stauffenburg entrò nell'Accademia militare di Berlino. Lesse il "Mein Kampf" e non si scandalizzò per i contenuti antisemiti e antidemocratici. Come molti della sua generazione sentiva forte il sentimento di rivalsa per il trattato di Pace di Versailles, chiamato in Germania il Trattato della Vergogna e vedeva in Adolf Hitler l'uomo che poteva ridare forza ad una Germania uscita umiliata dal Primo Conflitto bellico mondiale.

Nel 1938 portò a termine la sua formazione nello Stato maggiore generale e venne nominato quale Secondo Ufficiale dello stato maggiore generale. Nel 1938 prese parte all'occupazione dei Sudeti, regione montagnosa di etnia tedesca tra la Boemia, la Moravia, la Sassonia e la Slesia.

Con lo scoppio della Seconda guerra Mondiale venne impiegato in una divisione corazzata quale tenente nell'invasione della Polonia.

Ed è proprio nei primi mesi della guerra che Stauffenberg entrò in contatto con le prime cellule della resistenza, composta dagli ufficiali e figli di latifondisti Peter Graf York von Wartenburg ed Ulrich Wilhelm Graf Schwerin von Schwanenfeld. Von Stauffenberg rinunciò e mantenne la sua fedeltà ad Hitler in una prima fase del Conflitto contraddistinto dalle vittorie dell'esercito tedesco.

I primi dubbi cominciano ad affiorare nel 1942, quando la guerra lampo voluta dal Führer contro l'Unione Sovietica fallì. Nel marzo del 1943 venne mandato nell'Africa del Nord per coprire la ritirata del gruppo d'armate di Erwin Rommel. In un attacco aereo Von Stauffenberg rimase ferito gravemente: perse l'occhio destro, la mano destra e due dita della mano sinistra. Ed è nel lazzaretto che decise di «salvare il Reich». Decisive furono da una parte le atrocità sul fronte Orientale e dall'altra la conduzione militare dilettantistica delll'esercito.

Nel 1942 e nel 1943 la situazione si faceva sempre più difficile per la Germania e Stauffenberg si rese conto che la guerra non era più possibile vincerla. Era convinto che la Wehrmacht avrebbe avuto la capacità di fare cadere Hitler.

Nel 1943 Von Stauffenberg venne nominato capo di stato maggiore nel quartiere generale dell'esercito a Berlino. Grazie a questa nomina ebbe accesso alle discussioni riguardanti la situazione all'interno del quartiere centrale del Führer. Dopo diversi tentativi falliti di attentati contro Hitler, decise di fare esplodere una bomba lui stesso, anche se nel frattempo la situazione militare della Germania nazista era irrimediabilmente compromessa e l'invasione degli Alleati era ormai vicina. Il colonnello Hans-Henning von Tresckow spinse però affinche si portasse avanti il piano di eliminazione del Führer, che avrebbe così dimostrato la risolutezza del movimento di resistenza tedesco «davanti al mondo e alla storia».

L'attentato fu pianificato sfruttando la possibilità che offriva il piano Valchiria, ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o insurrezione interna, opportunamente modificato dal colonnello von Stauffenberg.

Il 20 luglio del 1944 Von Stauffenberg giunse a Rastenburg, in Prussia Orientale dove aveva sede la Wolfsschanze, il quartier generale del Führer. Himmler e Göring non erano presenti. Come ha potuto riferire uno dei scongiuratori, Fabian Von Schlabrendorff, Stauffenberg depose la bomba, che poi esplose. Hitler sopravvisse all'attentato e Stauffenberg, convinto della morte del Führer, fuggi a Berlino per assumere le redini organizzative del golpe.

Invece le truppe in appoggio del rovesciamento del governo non arrivarono mai. Il pomeriggio stesso la radio del Reich tedesco annunciò che Hitler era sopravvissuto all'attentato.

La notte del 21 luglio del 1944 Steuffenberg e altri cospiratori furono arrestati e giustiziati a Berlino. 

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