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GERMANIA«Sempre un fischietto in tasca, non si sa mai»

07.02.16 - 08:05
Visita al quartiere multiculturale di Nippes dove al mercato i fruttivendoli turchi urlano per invitare le massaie e le signore prendono le precauzioni in una città "in cui tutto non è più come prima"
Foto tio.ch
«Sempre un fischietto in tasca, non si sa mai»
Visita al quartiere multiculturale di Nippes dove al mercato i fruttivendoli turchi urlano per invitare le massaie e le signore prendono le precauzioni in una città "in cui tutto non è più come prima"

COLONIA - È un'oasi di pace il centro di ritrovo parrocchiale, a due passi dalla chiesa di San Francesco. Poco lontano, in piazza c'è il mercato e una banda musicale in maschera tiene un concerto di carnevale. Siamo a Nippes, quartiere di Colonia di circa 130mila abitanti. I fruttivendoli turchi urlano, invitando le massaie a provare la loro frutta e verdura per convincerle all'acquisto. Tra le bancarelle è un brulicare di uomini e donne di tutte le etnie. "Il nostro è un quartiere multiculturale", afferma con un certo orgoglio Helga (pseudonimo) in dialetto coloniese, nata e cresciuta nel quartiere popolare della metropoli renana. Helga, insieme ad alcune amiche (purtroppo hanno preferito non farsi fotografare), è seduta a un tavolino nel locale della parrocchia adibito al ristoro. Quando chiediamo il significato dei fatti di Colonia nella notte di Capodanno, le signore, tutte over 60, inizialmente fanno dell'ironia. "Non eravamo noi", risponde Helga, con una battuta, "non siamo più così giovani". I volti delle signore, dopo la risata,  si fanno seri. La notizia della 22enne violentata durante la notte del primo giorno di carnevale dà lo spunto per aprire la discussione sulla sicurezza in città. "Per noi i fatti della notte di San Silvestro rappresentano un punto di rottura con il passato", afferma Helga, che in gioventù ha vissuto un anno a Losanna come ragazza alla pari. "Colonia è una grande città e quindi la sicurezza al 100% non esiste.  Ma mentre prima si poteva camminare nei quartieri tranquilli, oggi non si può più". "Io per esempio non esco più di casa la sera quando fa buio", le fa eco Inge mentre prepara un caffè. 

Tuttavia le loro constatazioni non nascono da un sentimento xenofobo. Il rammarico, al contrario, che questi fatti possano vanificare tutti gli sforzi fatti in passato per la pacifica convivenza e il rispetto reciproco è molto forte. "Dopo la Seconda Guerra mondiale nel quartiere di Nippes sono arrivati gli spagnoli, i portoghesi, gli italiani. E poi sono arrivati i turchi, di gran lunga i più numerosi. Tutti lavoratori nelle fabbriche. Qui a Colonia c'è la Ford e c'era bisogno di manodopera", racconta Helga, "i turchi erano andati ad abitare nelle case vecchie ancora in piedi dopo la guerra". Una convivenza tra turchi e tedeschi non sempre facile. Due comunità che si sono spesso ignorate e forse mai capite. "Tuttavia non c'erano mai stati grandi problemi qui a Nippes perché Colonia è stata sempre una città molto ospitale e aperta. Siamo definiti la città più mediterranea di Germania", continua Helga . Ora a prevalere sono la diffidenza e la paura. Una delle quattro signore presenti toglie dalla tasca del suo giaccone un fischietto. "So che non è molto utile, ma lo porto sempre con me. Nel caso di aggressione soffierei con tutta la mia forza", racconta Gertrud mentre fa sentire quanto è forte il rumore  del suo fischietto. "Mia figlia si è presa lo spray al pepe, anche se in caso di aggressione è sempre molto difficile reagire in tempo", aggiunge Helga che, tuttavia, si dice soddisfatta della risposta data dalle autorità in fatto di sicurezza. A Colonia sono stati dislocati 2.500 agenti di polizia e migliorata l'illuminazione negli angoli bui dei passaggi delle stazioni e delle metropolitane. La polizia è presente nei treni della ferrovia urbana e della metropolitana. "Hanno fatto bene ad aumentare il dispositivo di sicurezza,  è vero. Ma questa si chiama qualità di vita?", commenta infine Gertrud con un sospiro.

Helga si congeda. Deve andare a fare qualche acquisto. E pochi minuti dopo la vediamo al mercato, tra le bancarelle di verdura e di vestiti tra la musica del carnevale e le urla dei fruttivendoli turchi.

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