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STATI UNITIEbola, Obama chiede "maggior impegno dall'Unione Europea"

16.10.14 - 08:41
Desta preoccupazione il caso dell'aiuto-infermiera che era entrata in contatto con il paziente zero morto la settimana scorsa
Ebola, Obama chiede "maggior impegno dall'Unione Europea"
Desta preoccupazione il caso dell'aiuto-infermiera che era entrata in contatto con il paziente zero morto la settimana scorsa

NEW YORK - Secondo caso di contagio di Ebola negli Stati Uniti, a Dallas, dove è risultata colpita dal virus Amber Vinson, una aiuto-infermiera che era entrata in contatto con il "paziente zero" morto la settimana scorsa.

A sua volta potrebbe avere contagiato altri. Aveva infatti viaggiato da Cleveland a Dallas su un aereo della Frontier Airlines, il giorno prima di manifestare i sintomi. I 132 passeggeri che erano insieme a lei sullo stesso volo sono già stati contattati. "Non avrebbe dovuto volare", ha commentato il direttore dei Cdc, Tom Frieden, annunciando che in futuro il personale sanitario sotto controllo non potrà viaggiare su voli commerciali.

Furioso il presidente americano, Barack Obama, che ha convocato un vertice d'urgenza alla Casa Bianca in cui ha esortato le autorità sanitarie Usa a fare di tutto perché episodi del genere "non si ripetano più". E in una conference call con i leader di Regno Unito, Italia, Germania e Francia, Obama ha chiesto un impegno maggiore da parte dell'Europa nella lotta all'epidemia. "Nel corso della conversazione telefonica - ha poi raccontato il premier Matteo Renzi - abbiamo convenuto un impegno addizionale dell'Italia per l'ebola in partnership con il Regno Unito in Guinea e Liberia. Abbiamo stanziato un contributo di 50 milioni accogliendo l'appello delle Nazioni Unite". Proprio il Consiglio di sicurezza dell'Onu in una dichiarazione ha denunciato come "la risposta della comunità internazionale all'Ebola ha fallito nel capire e affrontare in maniera adeguata l'entità dell'epidemia e dei suoi effetti". Intanto il numero delle vittime continua a salire. Secondo l'ultimo bilancio dell'Oms, con i dati aggiornati al 12 ottobre, Ebola finora ha ucciso 4.493 persone su 8.997 casi registrati. Liberia, Sierra Leone e Guinea rimangono i Paesi più colpiti dall'epidemia. E nel Golfo persico si segnala il primo caso sospetto di contagio, a Dubai.

In Europa la crisi generata dall'epidemia del virus Ebola approda sul tavolo dei Capi di Stato e di Governo dell'Ue. Se ne parlerà nel vertice europeo programmato dalla presidenza italiana per giovedì 23 e venerdì 24 ottobre a Bruxelles. Domani, la riunione di coordinamento di alto livello che si svolge tra i responsabili della salute dei 28 Stati membri, sotto la guida del presidente e ministro della salute Beatrice Lorenzin (che ha incontrato gli altri ministri italiani a Palazzo Chigi) punterà "a individuare quali sarebbero i possibili controlli da mettere in atto e come si possono coordinare". Non essendo infatti una competenza comunitaria sono gli Stati membri che devono coordinare gli interventi.

Alla Gran Bretagna che il 9 ottobre scorso ha introdotto lo screening per il controllo di tutti i passeggeri che possono essere passati dall'Africa (in futuro anche per l'Eurostar) intanto si sono aggiunte anche la Francia, che intende attivare un dispositivo di 'controllò dei voli provenienti dalle zone colpite, e la Repubblica Ceca (controlli verranno effettuati all'aeroporto di Praga, ha annunciato il premier Bohuslav Sobotka). Così dopo la riunione straordinaria di domani, presa su iniziativa di Lorenzin e del commissario europeo alla salute, Tonio Borg, il dossier passerà lunedì ai ministri degli affari esteri e le conclusioni saranno portate al vertice Ue.

L'intenzione è quella di rafforzare e rendere più efficaci i controlli in uscita dai tre Paesi focolai. Si ragiona anche sull'invio di volontari europei a patto di offrire loro garanzie sufficienti di essere evacuati, in caso di contagio, in tempi rapidi. Per questo motivo l'Unione europea lancia un appello a tutti gli Stati membri perché collaborino anche con militari, in missione civile, negli stati flagellati dall'epidemia.

Ma in Italia, a livello locale, c'è chi prende le sue misure. "Stiamo lavorando ad un'ordinanza che vieti la dimora a Padova, anche occasionalmente, di persone provenienti da Paesi dell'area africana, se non in possesso di certificato attestante lo stato di salute", ha detto il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, che ha annunciato l'intenzione di firmare una specifica ordinanza.

Così come si cercano soluzioni che però in alcuni casi si dimostrano sin dall'inizio solo un business: il guru indiano e maestro di yoga Baba Ramdev ha pubblicizzato un rimedio naturale contro l'Ebola, ma le autorità sanitarie di New Delhi hanno smentito che possa curare il virus. Resta la speranza più concreta che arriva dai laboratori di tutto il mondo: sono in sviluppo una quindicina di farmaci e una decina di vaccini.









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