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Hong Kong, anche i vescovi con i manifestanti Il cardinale Joseph Zen appoggia la protesta: "Ci potrebbero essere delle perdite economiche. Ma forse a quel punto ci ascolteranno"
HONG KONG - "Noi crediamo nel dialogo. Ma se il governo non ci sta, allora possiamo fare una richiesta più forte, occupando la parte centrale della città, disturbando gli affari di Hong Kong, lo sappiamo bene, purtroppo. E ci potrebbero essere delle perdite economiche. Ma forse a quel punto ci ascolteranno". Lo dice - intervistato dal quotidiano italiano Repubblica - il cardinale Joseph Zen, 82 anni, che è al fianco dei ragazzi che protestano per "elezioni genuine" e "suffragio universale".
Il vescovo emerito spiega che "anni fa le autorità ci avevano promesso la democrazia. E tutto ciò poteva già svilupparsi nel 2007-2008. Invece oggi non ci siamo arrivati", "non hanno mantenuto le promesse". "Ho parlato con Papa Francesco di recente", aggiunge il cardinale, "e lui non mi ha fatto nemmeno un accenno alla situazione di Hong Kong. Ritengo che abbiamo la libertà di regolarci. E poi, qui, stiamo seguendo la dottrina sociale della Chiesa".
Intervistato anche dal Corriere della Sera il cardinale è scettico su una soluzione rapida: "Non c'è da aspettarsi che Xi arretri bruscamente, che rimuova il governatore CY Leung come spera qualcuno", ma se il presidente Xi Jinping "non sarà capace di trovare il compromesso si condannerà da solo nella storia. È il momento per vedere se è davvero un uomo intelligente o no". "In attesa di segnali da Pechino, bisogna lasciare le strade e tornare a casa", aggiunge, "il messaggio è stato lanciato forte e chiaro e ora si rischiano incidenti, provocazioni".
Ats Ans
