"Se decidessimo di accettare un dialogo condizionato come lei propone - osservano le Farc - l´interlocutore della guerriglia, secondo la sua tesi, non sarà nè lei ne il governo da lei presieduto, ma l´Organizzazione delle nazioni unite, organismo con cui manteniamo buone relazioni, come se il conflitto sociale e armato che soffre la Colomnbia da quasi 40 anni fosse fa l´Onu e l´insorgenza colombiana e non fra l´insorgenza e lo stato colombiano".
"Nonostante quanto sopra esposto - prosegue la lettera - le Farc riaffermano la loro proposta firmata dal segretariato dello stato maggiore centrale il 15 maggio 2002" e che prevede la smilitarizzazione dei dipartimenti del Putumayo e di Caquetà, l´abbandono dal linguaggio ufficiale dei termini "terroristi e narcoterroristi" in riferimento alle Farc e una politica chiara del governo per sradicare il fenomeno delle organizzazioni paramilitari.