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STATI UNITIÈ dura crescere se sei un bluesboy

14.10.14 - 06:00
Gary Clark jr. giovane prodigio del nuovo blues made in Usa si scrolla di dosso tutte le insicurezze in un album live strepitoso
È dura crescere se sei un bluesboy
Gary Clark jr. giovane prodigio del nuovo blues made in Usa si scrolla di dosso tutte le insicurezze in un album live strepitoso

AUSTIN - Di anni ne compi trenta (a questo giro) e suoni blues da una vita. Ti hanno anche appioppato il titolo di “enfant prodige”, però ogni santo, santissimo, album che butti fuori c’è qualcuno che un po’ storce il naso: "Insomma... ma qui c’è del rock, non è vero blues, qui è troppo soul, eh... ma cosa sta suonando qui? Del country?". Un po’ una vitaccia quella di Gary Clark Jr. che proprio fra i puristi trova un’opposizione nemmeno troppo velata. Un conflitto aperto che anche lui stesso non ha mai nascosto: "Non capisco come mai ci sia così tanta resistenza, è difficile innovare una formula come quella del blues, io ci sto provando andando a raccogliere in territori che mi sembrano adiacenti e che, alla fine dei conti, sono poi anche figli suoi".

E quindi “Black and Blu” (Warner Bros., 2012) era una sorta di crocevia fra il blues e altre cose e, tanto per essere schietti, è un disco che spacca. È però stato accolto fra gli applausi e i "mah" rispettivamente dallo schieramento più progressista e da quello più conservatore. Ma quello che si fa in studio, resta in studio e poi, sui palchi, è tutta un’altra faccenda. E ci voleva proprio un album come “Live” (Warner Bros., 2014) per spazzare via un po’ tutte le sterili critiche e le menate varie e lasciar parlare la musica. “Live” non è il solito disco dal vivo che si sente un po’ male e non si capisce bene se l’abbiano fatto tanto per fare cassa o numero.

La storia della musica è piena di prodotti che appartengono a questa categoria ma quelli che funzionano volano alti sopra il mucchio e diventano veri e propri pezzi di storia. In questo caso per parlare di storia  è ancora presto, certo è che le carte in regola ci sono tutte: è adrenalinico ed emozionante, si sente bene e, soprattutto, ha un suo perché, un anima forte. C’è chi ne ha detto: "più che un album, è un’esperienza". Una bella definizione che ci sta proprio tutta. 

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