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CASLANOCome si giocava e si faticava negli anni 30

14.11.14 - 12:00
Una mostra al Museo d'Arte Sergio Maina porta alla luce le opere di Roberto Marcello Iras Baldessari che visse da clandestino a Morcote
Come si giocava e si faticava negli anni 30
Una mostra al Museo d'Arte Sergio Maina porta alla luce le opere di Roberto Marcello Iras Baldessari che visse da clandestino a Morcote

CASLANO - Della sua presenza da clandestino a Morcote si sa poco e nulla. Molto è avvolto nel mistero. Eppure Marcello Roberto Iras Baldessari, pittore legato ai più importanti nomi del futurismo italiano - originario di Rovereto - visse in incognito durante gli anni della seconda guerra mondiale a Morcote. Sette anni di vita ticinese di cui le biografie ufficiali non parlano, ma che sono stati documentati in un recente libro scritto dal noto gallerista e collezionista Paolo Poma, dal titolo “Morcote e i miei ricordi”. "Iras Baldessari - scrive Paolo Poma - era una persona alquanto schiva e riservata, che cercava di mantenere il più assoluto anonimato, anche per il timore di venire espulso dal Ticino. Soltanto mio padre, in qualità di responsabile comunaleper la distribuzione delle tessere di razionamento, manteneva amichevoli contatti con il grande maestro, che gli fece dono di alcuni dipinti personalmente  firmati".

Nel suo esilio ticinese Marcello Roberto Iras Baldessari (aggiunse Iras, le ultime quattro lettere di Baldessari al contrario per distanziarsi da Luciano Baldassari, amico architetto e pittore di Rovereto) realizzò diversi dipinti con uno pseudonimo. Ritrasse molti paesaggi. I suoi quadri sono il fulcro della mostra che si apre domani al Museo d’arte Sergio Maina di Caslano, intitolata “Giochi e fatiche degli anni 30”. 180 dipinti, tra oli, acquarelli e tempere.

Quella di Marcello Roberto Iras Baldessari, “era una pittura non era definitiva, mai completamente astratta, la ricerca dello stile figurativo sempre in gioco come la sua vita di nomade - spiega Leandro Maina - anche nel futurismo il figurativo é sempre presente, sapeva passare dal moderno al tradizionale con una caratteristica personale senza lasciarsi condizionare, dalle nuove tendenze”.

La mostra potrà essere visitata fino al 25 gennaio. Domani, con l’inaugurazione, verrà esposto pure il dipinto di Antonio Ciseri e il dipinto "Gentiluomo col Berretto Nero" di Tiziano Vecellio.

Chiusa la mostra “Giochi e fatiche degli anni 30”, il Museo d’Arte Sergio Maina, proporrà a partire dal 21 febbraio 2015 la mostra "Coerenza artistica" dedicata a Paolo Frosecchi, Sergio Maina e Vittorio Calvi.

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