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La band di Justin Hawkins sembra catapultata dagli anni ’70 al 21esimo secolo
TREZZO SULL’ADDA – Non saranno dei giganti del rock, ma i Darkness sanno bene come far divertire il pubblico. Per questo motivo il concerto della band britannica in programma il primo novembre al Live Club di Trezzo sull’Adda è un appuntamento da non perdere assolutamente: l’evento non è ancora sold out, ma c’è da scommettere che gli ultimi biglietti andranno a ruba nei prossimi giorni. Vedere i Darkness dal vivo è un’esperienza da vivere se si ama il rock anni ’70 nella sua formula più basica: schitarrate, riff semplici ma penetranti, falsetti che rischiano di liquefare i timpani. I Darkness, sotto questo punto di vista, non tradiscono, anzi: sembrano una rock band Seventies salita su una macchina del tempo che l’ha catapultata nel 21esimo secolo.
Justin Hawkins, chitarrista e leader del gruppo, trasmette amore per il rock ad ogni accordo e ad ogni acuto, basta osservarlo sul palco per leggergli nel pensiero ed elencare con lui tutti i miti che l’hanno spinto a cantare e a imbracciare una chitarra: i Led Zeppelin, i Queen, gli AC/DC, i Kiss, i Van Halen. Perfetto esempio del lato ludico del rock, ai Darkness importa poco di essere innovativi, impegnati o originali: loro vogliono scatenarsi e far scatenare il pubblico. Un desiderio che emerge fortissimo dai loro singoli o dai loro video: “I believe in that thing called love”, nel 2003, li proiettò al vertice delle classifiche europee con un sound forse vecchio, ma dirompente.
Da allora soli tre album, tanti problemi all’interno del gruppo – il bassista Frankie Poullain ha lasciato la band nel 2004 per poi farvi ritorno nel 2011 – e una fede incrollabile nel rock vecchia maniera, testimoniata anche dal look strepitoso di tutti i componenti. Le tutine di Hawkins & Co. sono solo una delle mille ragioni per cui non perdere questo show.
