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Bridget Jones's Baby: che pasticcio di mamma

REGNO UNITOBridget Jones's Baby: che pasticcio di mamma

22.09.16 - 06:00
Renée Zellweger torna a vestire i panni della più amata anti-eroina del cinema e sì, fa decisamente ridere
Universal
Bridget Jones's Baby: che pasticcio di mamma
Renée Zellweger torna a vestire i panni della più amata anti-eroina del cinema e sì, fa decisamente ridere

LONDRA - Più o meno trentenne, inguaribilmente single, un filo sovrappeso e decisamente impacciata: il primo "Bridget Jones" aveva avuto un impatto senza precedenti quando era uscito all'inizio dei 2000. Come mai? Perché era (circa) la prima volta che il grande schermo ritraeva le peripezie di una donna normale alle prese con la vita, che a volte sa essere più comica della finzione.

Il triangolo no... - A portare nell'olimpo delle commedie leggere la pellicola diretta da Sharon Maguire ci aveva pensato anche un cast di attori che più azzeccato non si potrebbe: a partire dalla protagonista Renée Zellweger che al suo buffo alter-ego rimarrà per sempre legata. Con lei, nel più tradizionale triangolo amoroso, anche Colin Firth e Hugh Grant. A "Il diario di Bridget Jones" era seguito tre annetti dopo "Che pasticcio: Bridget Jones", seguito fatto più per la cassetta che con il cuore e che in molti hanno volentieri dimenticato.

«Ma che milf, sono una zitella... Al massimo una zilf» - Una quindicina di anni dopo, il teatrino semi-reale londinese di Bridget & co. ritorna per un "encore" che in Inghilterra sta facendo i record (ma negli States ha toppato di brutto). Messo via il diario e sostituitolo con un iPad, l'ormai 43enne è una donna in carriera lanciatissima. Addio cuscinetti vari e viso rubicondo, la Jones del 2016 è una di quelle signore dal fisico longilineo tornito dalla palestra e che il cocktailino serale se lo bevono, ma solo dopo una sessione di spinning. Se salute e lavoro vanno bene cosa c'è che manca? Lo sanno tutti quelli che leggono gli oroscopi: l'amore, perdinci! 

Tutta colpa dei vegani - E così bastano una manciata di minuti che il triangolo è di nuovo in piedi con un paio di interessanti novità innanzitutto se ne esce l'alter-ego di Hugh Grant (ovvero il caporedattore erotomane Daniel Cleaver) e subentra il buono e aitante Jack (Patrick Dempsey, sì quello di "Grey's Anatomy"). L'altra variabile all'equazione - anzi all'algoritmo, è una citazione eh - viene fuori dritta dritta... da un preservativo vegano (giuro) un po' vecchiotto. E la gravidanza (quella del titolo) è bella che servita. 

Sia lodato il cast - "Bridget Jones's Baby", non c'è da nasconderlo, si regge tutto e fortemente sul suo trio di protagonisti che tengono botta e non deludono le attese. A convincere soprattutto un Firth azzeccatissimo che ci offre un Mr. Darcy sfaccettato e convincente. Si vede che, con gli anni, come attore è proprio cresciuto. Bene anche Dempsey protagonista di alcune fra le gag più riuscite del film. Menzione d'onore ai caratteristi tra i quali spicca la fenomenale Emma Thompson (la ginecologa) e la semi-sconosciuta Sarah Solemani (l'anchorwoman, collega e amica). E la Zellweger? Ovviamente brava anche lei e in forma smagliante, pure troppo.

Adulti, ma sempre incasinati - Se "Il diario di Bridget Jones" era un efficace ritratto di una generazione di quasi-trentenni un po' immaturi, in balìa dei casini della vita e in attesa della "svolta". Questo terzo episodio è la sua ideale continuazione (nei 40 e oltre) e la conferma del fatto che anche se gli anni passano si continua sempre a fare scemenze (più o meno gravi) e i casini sono sempre e comunque lì. Vale la pena andarlo a vedere? Se il primo vi è piaciuto, andate pure senza indugio (è meglio del secondo). In ogni caso in quei 120 minuti non c'è rischio di annoiarsi.

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