Oggi "giornata della pausa latte" in 147 scuole di Ticino e Grigioni per sensibilizzare su un'abitudine in declino, specie fra i bambini: sempre più genitori e pediatri ne mettono in dubbio i benefici
S. ANTONINO - Chi l'avrebbe mai detto che il peggior nemico del latte fresco sarebbe diventato un giorno il succo di frutta. Preferito infine dalle mamme per la merenda dei bambini, al punto da costringere gli allevatori ad andare nelle scuole e dimostrare, alla prova anzitutto del palato, che quel che si offre è un prodotto genuino. E guadagnarsi, accanto al plauso di qualcuno, pure tante rimostranze.
Un'iniziativa contestata: «Solo promozione» - Giunte sul tavolo del gran consigliere Manuele Bertoli, assieme all'invito a ripensare un'iniziativa giudicata più promozionale che benefica. Alla mano studi scientifici recenti, secondo cui il latte sarebbe un alimento troppo ricco in proteine e grassi per far bene a dei bambini. Eppure questa mattina la Federazione ticinese dei produttori di latte sarà ancora in 147 scuole del Ticino e dei Grigioni, in collaborazione con Swissmilk e l'Unione svizzera delle donne contadine e rurali, per incontrare 15mila allievi; 350mila nell'intera Svizzera, dove si prova a rilanciare una tendenza al consumo oggi in ribasso.
Ma «noi non obblighiamo nessuno» - Manifestatasi già da qualche anno, «permane tuttora - si rammarica il presidente Ftpl Nello Croce - Abbiamo mantenuto questa giornata perché la riteniamo un appuntamento importante, ma abbiamo incontrato molte resistenze da parte dei genitori. Dicono che il latte non fa bene». E si appellano al Cantone affinché non venga più distribuito. «Ma le istituzioni non c'entrano. L'idea è nostra e ce ne facciamo carico. Non costringiamo nessuno. Non siamo insistenti, diamo il latte a chi lo vuole».
Un solo latte, ma tante versioni - Si va avanti, nonostante tutto. In fondo, «anche il Consiglio di Stato è d'accordo. Ma in questi anni abbiamo dovuto differenziare l'offerta per andare incontro alle diverse esigenze. Per esempio, proponiamo la versione senza lattosio». Resta comunque l'ostilità di chi non vuol scendere ad alcun compromesso. «Nemici del latte? Non esageriamo. Sono persone che la pensano in modo diverso. È una tendenza generalizzata e il Ticino non fa eccezione».
Noi, cresciuti a pane e latte - Complici anche i pediatri, che un tempo consigliavano la somministrazione del latte vaccino a partire dal primo anno d'età; oggi hanno cominciato a procrastinarla, in quanto alimento adatto ai vitelli e non esattamente a dei bambini. «Che dire. Guardate noi e le generazioni che sono venute prima di noi. Siamo cresciuti a pane e latte e siamo in buona salute. Il problema non è il latte: è la mentalità che è cambiata».
Animali maltrattati? Non scherziamo... - C'è anche chi, senza entrare nel merito, lo boicotta per un giudizio, o pregiudizio, sul trattamento riservato agli animali. «Rispondo questo: se le persone fossero trattate tutte come noi trattiamo gli animali, saremmo un mondo felice. Guardiamo quanto si investe nell'agricoltura per il benessere degli animali, guardiamo le nostre stalle, i controlli severi cui siamo sottoposti. Non so cosa potremmo fare di più. È il nostro lavoro».