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SPECIALE FORMAZIONEIndipendenti? Ci vuole un’impresa…

23.03.15 - 11:14
Diventare capi di sé stessi, con gli strumenti giusti il sogno può uscire dal cassetto e diventare realtà
Indipendenti? Ci vuole un’impresa…
Diventare capi di sé stessi, con gli strumenti giusti il sogno può uscire dal cassetto e diventare realtà

LUGANO - A chi non è capitato almeno una volta nella vita di fantasticare su un progetto che sembrava portare alla grande svolta? Di svegliarsi una mattina e dire: basta capi, adesso mi metto in proprio? A molti. Quanti però decidono di passare all’azione? Sempre di più. Complice il sostegno di realtà come fondounimpresa.ch che forniscono il paracadute ai coraggiosi che si vogliono lanciare nel mondo dell’autoimprenditorialità.

“Quest’anno abbiamo in gestione 251 progetti”, spiega il responsabile del Servizio DECS-DFE Marco Schmidt.  “C’è chi non partirà mai ed è comunque un successo, perché ci si è resi conto dell’inattuabilità dell’idea. Il tasso di successo si aggira attorno al 30%. È un dato interessante, perché c’è anche chi si annuncia senza idee in chiaro e desidera ragionare su un progetto”.

Non era il caso di Kim Bernasconi-Nagel che nel 2012, per conciliare lavoro e famiglia, ha fondato greenhey.ch, realtà operativa nella progettazione e installazione di pannelli fotovoltaici. “L’idea l’avevo da qualche anno ma mi mancavano gli strumenti per attuarla”, racconta infatti Kim. Tutta la parte amministrativa legata alla fondazione di una sagl, ai contributi, l’avs… era sconosciuta. Fondounimpresa è stata molto utile in questo. La loro consulenza è stata preziosa”.

Sacrifici?

"Ce ne sono. Soprattutto lo stress all’inizio è molto alto. Piano piano si trova un equilibrio, il primo anno ho fatto due settimane di vacanza, ora cerco di ritagliare più tempo per mia figlia e mio marito".

Soddisfatta?

"Direi di sì. Ho molto lavoro e se va avanti così potrei avere bisogno di una persona che mi aiuti".

Un consiglio che ti senti di dare?

"Per lanciarsi in un’avventura come questa occorre avere molta passione. Bisogna amare davvero il proprio lavoro perché i momenti bui ci sono e i dubbi verranno; se non si può contare su una salda convinzione gli ostacoli non si superano".

Il passo verso l’autoimprenditorialità richiede quindi passione, determinazione e, ovviamente, l’idea giusta. Chi di solito si avventura su questo sentiero? “C’è un po’ di tutto, poche le persone rimaste senza lavoro”, risponde Marco Schmidt. “ Ci sono molti 40enni con una solida esperienza lavorativa che progettano bene grazie alla rete di contatti. I settori interessati sono l’artigianato edile, il commercio, il turismo e i servizi (dai bar o B&B ai servizi telematici) e, cosa impensabile 10-15 anni fa, l’ assistenza socio-sanitaria; aumentano gli anziani e l’autonomia a casa implica un sostegno. Questa è una nicchia di mercato di assoluta novità.

In che cosa consiste la vostra consulenza?

“Chi vuole diventare indipendente spesso conosce bene il suo lavoro, ma non conosce le regole del lavoro autonomo. Noi colmiamo queste lacune muovendoci tra nozioni  giuridiche (Società anonima o Sagl? Come pago i contributi?), e calcolazioni mirate (business plan: occorrente per partire, incasso da raggiungere in un anno per stare in piedi e piano delle liquidità, cioè avere le scorte per far fronte ai creditori). Per avere la consulenza è obbligatorio iscriversi su fondounimpresa.ch”.

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