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SVIZZERADe Watteville teme per la Svizzera

15.11.14 - 11:12
Il segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali ammonisce: se la Svizzera non mette in atto le raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria, rischia severe sanzioni
De Watteville teme per la Svizzera
Il segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali ammonisce: se la Svizzera non mette in atto le raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria, rischia severe sanzioni

BERNA - All'approssimarsi del dibattito in parlamento sulla riforma per contrastare al meglio il riciclaggio di denaro, il segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville, in un'intervista ai quotidiani "Tages Anzeiger" e "Bund", suona il campanello d'allarme: se la Svizzera non mette in atto le raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria (GAFI), rischia severe sanzioni.

"La nostra influenza in seno all'OCSE ne risulterebbe indebolita", secondo l'alto funzionario. Un punto importante del progetto di riforma risiede nella trasparenza delle azioni al portatore, una esigenze - questa - non soltanto del GAFI ma anche degli standard richiesti dal Forum mondiale sulla trasparenza.

Il Consiglio nazionale ha trattato il dossier in giungo, amputando buona parte del progetto, in particolare per quanto concerne le azioni al portatore. Secondo i deputati, il dovere di segnalazione deve essere imposto soltanto alle grandi imprese. "Se il parlamento insiste su questa posizione, andremo incontro a grossi problemi - afferma de Watteville - e la Svizzera rischia di venir messa sulla lista nera".

Ad ogni modo, secondo il Segretario di Stato, la Svizzera non ha più lo stesso peso di 20 anni fa in seno all'OCSE: da quando il segretariato dell'organizzazione e il gruppo dei paesi del G20 si sono avvicinati i processi politici non sono più così trasparenti come prima. "Rimane il vantaggio che le regole dell'OCSE - dichiara de Watteville - non valgono soltanto per i membri dell'organizzazione, ma anche per piazze finanziarie importanti come Singapore e Hong Kong. In tal mondo l'OCSE pone tutti sul piano della parità".

Ats

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