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SVIZZERALa riforma dell'IVA non piace ai commercianti d'arte

29.09.14 - 11:49
Gli addetti del settore ritengono che cambiare il sistema in vigore sarebbe irresponsabile
La riforma dell'IVA non piace ai commercianti d'arte
Gli addetti del settore ritengono che cambiare il sistema in vigore sarebbe irresponsabile

BERNA - Non piace agli operatori del settore il progetto di revisione della legge sull'IVA che prevede di reintrodurre l'imposizione dei margini sulle opere d'arte, ossia la differenza tra il prezzo di acquisto e di cessione.

Rispondendo alla procedura di consultazione, commercianti di opere artistiche e galleristi ritengono che il sistema attualmente in vigore stia dando buoni risultati. Cambiarlo a quattro anni di distanza sarebbe irresponsabile, tanto più che non sono stati constatati abusi.

La revisione vuole impedire che in caso di rivendita degli oggetti vengano dedotte imposte fittizie mai confluite nelle casse federali. L'Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) calcola maggiori introiti pari a 90 milioni di franchi all'anno, cifra contestata dalle associazioni interessate.

Un nuovo cambiamento dopo così poco tempo è spiacevole, ha riconosciuto Claude Grosjean, responsabile dell'IVA presso l'AFC, ma dopo la modifica legislativa del 2010 alla Confederazione sfuggono somme milionarie. L'attuale sistema presenta falle che bisogna chiudere. Non bisogna lasciar credere, secondo Grosjean, che in Svizzera si possa fare commercio di opere d'arte senza di fatto pagare l'IVA.

La riforma mira a sottoporre all'IVA anche la locazione di qualsiasi tipo di parcheggio - mentre oggi ne sono escluse le aree destinate all'uso comune - per maggiori ricavi stimati in 8 milioni annui. L'Unione delle città svizzere è però scettica: i comuni dovrebbero confrontarsi con accresciuti oneri amministrativi, mentre i proventi andrebbero direttamente nelle casse della Confederazione. Nessuna opposizione è invece giunta in merito alla proposta di sottoporre a imposta la vendita per corrispondenza di piccoli articoli ordinati all'estero.

La riforma dell'IVA, che comporterà la creazione di 38 posti di lavoro, dovrebbe generare in totale 133 milioni di franchi supplementari all'anno.

Ats

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