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SVIZZERADonazione di organi, in un caso su due i famigliari rifiutano il prelievo

23.09.14 - 14:45
Romandi e ticinesi sono i più inclini ad accordare il prelievo
Donazione di organi, in un caso su due i famigliari rifiutano il prelievo
Romandi e ticinesi sono i più inclini ad accordare il prelievo

BERNA - In poco meno di un caso su due, i famigliari di una persona deceduta si oppongono a un prelievo di organi in vista di un trapianto. Lo rileva uno studio bernese effettuato tra settembre 2011 e agosto 2012.

 

I ricercatori della fondazione Swisstransplant e della Clinical Trial Unit dell'Università di Berna hanno analizzato i dati dello studio SwissPOD (Swiss Monitoring of Potential Donors), che dal 2011 recensisce i donatori potenziali deceduti in 76 unità di cure intensive del Paese.

 

Su un totale di 266 casi nel periodo considerato, i famigliari hanno dato il loro assenso per la donazione di organi 137 volte e si sono rifiutati 129 volte, indicano i ricercatori nella rivista "PLOS One". Tra gli svizzeri la tendenza ad acconsentire al prelievo è maggiore rispetto agli stranieri residenti in Svizzera. Da notare inoltre che i più inclini ad accordarlo sono i romandi e i ticinesi rispetto agli svizzerotedeschi.

 

Secondo i dati raccolti, i famigliari hanno più la tendenza a dare l'assenso se la domanda viene loro rivolta prima della definitiva constatazione di morte cerebrale. Secondo la legge Svizzera la questione dovrebbe essere affrontata solo dopo, ma in numerosi casi sono gli stessi famigliari a trattare il tema, sottolineano i ricercatori.

 

Nell'attuale revisione in corso della legge sui trapianti è previsto che in futuro sia possibile porre la domanda prima. Ciò permetterebbe ai medici di prendere misure preparatorie talvolta indispensabili sul piano medico per effettuare il prelievo di organi.

 

I ricercatori hanno pure constatato che di fronte alla morte di un figlio, i genitori dicono più facilmente sì alla donazione rispetto al coniuge di una vittima o a un altro membro della famiglia.

 

Analizzare le motivazioni dei famigliari è fondamentale, in quanto in determinate circostanze il loro assenso per un espianto di organi è obbligatorio, sottolineano i ricercatori. La pratica svizzera è in effetti basata sul consenso esplicito da parte dello stesso donatore o dei famigliari dopo il suo decesso.

 

Secondo Swisstransplant, la percentuale di donatori in Svizzera è la metà di quella dei paesi vicini. La maggior parte di questi ultimi applica il principio del consenso presunto, che autorizza il prelievo di organi in assenza di un esplicito rifiuto.

 

Ats

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