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SVIZZERALegge sui diritti politici, rimane una divergenza

23.09.14 - 11:18
Legge sui diritti politici, rimane una divergenza

BERNA - Affrontando la modifica della Legge sui diritti politici, il Consiglio nazionale ha mantenuto oggi una divergenza con gli Stati riguardante l'osservazione delle elezioni. I "senatori" vorrebbero inserire nella legislazione la possibilità che osservatori internazionali assistano agli scrutini. Ciò accade già oggi, ma non vi è una base legale specifica. La Camera del popolo vi si è opposta. Il dossier ritorna quindi agli Stati.

 

Il Nazionale ha invece appianato un'altra divergenza minore con il Consiglio degli Stati: in futuro, all'elezione del Consiglio nazionale, tra i criteri d'informazione obbligatori per i candidati inseriti in una lista - oltre al nome e al cognome, l'indirizzo, il luogo d'origine e l'appartenenza a un partito - vi sarà anche il sesso, per evitare inutili qui pro quo.

 

"La Cancelleria federale ci ha resi attenti al fatto che gli Svizzeri all'estero potrebbero non essere sicuri del sesso di un candidato, visto che taluni nomi (Andrea per esempio ndr.) possono essere utilizzati sia per un uomo che per una donna", ha detto Isabelle Moret (PLR/VD) a nome della commissione.

 

La settimana scorsa il Nazionale si era già allineato agli Stati sul fatto che le liste convalidate dopo la scadenza del termine di referendum - 100 giorni - non vanno prese in considerazione. Se si dovesse tenere conto anche delle firme depositate nei comuni ma non ancora convalidate si creerebbe incertezza: la Cancelleria federale, allo scadere del termine referendario, non sarebbe infatti più in grado di comunicare la riuscita o meno dell'iniziativa, aveva spiegato la Cancelliera della Confederazione Corina Casanova.

 

Ats

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