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TICINO"La Svizzera resterà ancora nelle black list italiane"

22.09.14 - 17:25
La vicenda è in alto mare. La Widmer-Schlumpf risponde a Giovanni Merlini
Foto Ti Press
"La Svizzera resterà ancora nelle black list italiane"
La vicenda è in alto mare. La Widmer-Schlumpf risponde a Giovanni Merlini

BELLINZONA- Lo stralcio della Svizzera dalle liste nere italiane potrà diventare realtà soltanto quando il Parlamento italiano avrà adottato un progetto di autodenuncia per i contribuenti in Italia. La versione più recente, attualmente al vaglio del parlamento di Roma, prevede sanzioni più elevate per coloro che hanno depositato valori patrimoniali in uno Stato che, come nel caso della Svizzera, figura sulle liste nere italiane. È quanto ha indicato la consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf, rispondendo ad un quesito di Giovanni Merlini (PLR/TI), durante la tradizionale "ora delle domande".

Il parlamentare ticinese chiedeva al governo per quali motivi la Svizzera figurasse ancora sulla "black list" italiana in materia di fiscalità, anche dopo che il Consiglio federale il 15 ottobre 2013 ha sottoscritto la Convenzione multilaterale dell'OCSE, di cui peraltro anche l'Italia fa parte.

Secondo Merlini, Berna si è adeguata ai nuovi standard internazionali per quanto riguarda lo scambio di informazioni su richiesta in materia fiscale. Ciò dovrebbe essere sufficiente, indipendentemente dall'esito dei eventuali negoziati bilaterali, per evitare un trattamento discriminatorio della Svizzera da parte di Roma nell'ambito della regolarizzazione dei capitali non dichiarati dai contribuenti italiani.

Dalla risposta fornita oggi dalla ministra delle finanze si capisce come il problema sollevato dal consigliere nazionale ticinese sia giuridicamente controverso: Widmer-Schlumpf ha infatti spiegato che per uno Stato che figura su una lista nera, "il disegno di legge prevede la possibilità di concludere un accordo con l'Italia sullo scambio di informazioni in materia fiscale su richiesta secondo lo standard dell'OCSE, affinché nel quadro del programma di autodenuncia questo Stato venga trattato come se non figurasse sulla black list".

In tal caso l'accordo, ha aggiunto la consigliera federale, deve essere firmato "al più tardi 60 giorni dopo l'entrata in vigore della legge ed essere applicabile per i periodi di tassazione che iniziano dalla data della firma". In talune situazioni "la Convenzione dell'OCSE sulla reciproca assistenza in materia fiscale, sottoscritta anche dalla Svizzera, è però applicabile a periodi precedenti all'entrata in vigore, segnatamente nei casi di comportamento intenzionale che può essere perseguito penalmente". Di conseguenza, ha spiegato Widmer-Schlumpf, l'accordo dell'OCSE non soddisfa le condizioni poste dal disegno di legge italiano.

Alla fine la ministra delle finanze ha ribadito che - anche in virtù di questa situazione giuridicamente intricata - il problema deve essere risolto politicamente: "nel quadro dei negoziati in corso con l'Italia, il Consiglio federale si adopera per trovare una soluzione che crei chiarezza sulle condizioni per i contribuenti che detengono dei valori patrimoniali in Svizzera", ha concluso.

ats

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