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FASHIONJohn Galliano cerca il perdono

16.09.14 - 07:47
Lo stilista intende scusarsi con tutti coloro che ha offeso con il suo exploit del 2011
Cover Media
John Galliano cerca il perdono
Lo stilista intende scusarsi con tutti coloro che ha offeso con il suo exploit del 2011

PARIGI - John Galliano è sempre più deciso a fare ritorno nel fashion business. L’ex direttore creativo di Christian Dior - licenziato nel 2011 in seguito ad alcune esternazioni antisemite - si è in seguito fatto ricoverare in rehab per curare la propria dipendenza da alcol e farmaci, e ieri è apparso per la prima volta in TV dopo lo scandalo.

«Sarei morto se non ne fossi uscito. Quando si parla di toccare il fondo, è proprio questo che si intende. La cosa positiva è che dopo puoi soltanto risalire, non puoi sicuramente scendere più in basso», ha ammesso lo stilista ai microfoni di Le Supplément, un programma in onda sul canale francese Canal Plus.

Il designer ha puntualizzato più volte di non essere né razzista né antisemita, e di aver fatto certe dichiarazioni soltanto perché non era in sé. «Non posso convincere tutti di questo, e so che qualcuno non mi perdonerà mai. Lo capisco e ne sono consapevole. Ho fatto passi reali per riavvicinarmi alle persone che avevo offeso, per scusarmi. Anche questo fa parte della mia riabilitazione».

In tempi recenti, numerose personalità del mondo della moda si sono attivate per far sì che Galliano potesse tornare a svolgere il proprio lavoro. C’è tuttavia ancora una persona con cui il creativo desidera chiarirsi: si tratta di Bernard Arnault, CEO della multinazionale del lusso LVMH. «Sono speranzoso. Un giorno gli farò visita e gli spiegherò cos'è successo».

Attualmente Galliano è il direttore creativo del brand di profumeria russo L'Etoile, e ha inoltre fatto da mentore ad alcuni studenti della celebre scuola di moda londinese Central Saint Martins. Il 53enne è felice di aver avuto una seconda possibilità.

«All’epoca avevo tutto e non ero felice, oggi - invece - lo sono», ha aggiunto. «Nonostante abbia perso molte cose, adesso mi sento vivo. Posso lavorare su me stesso e tornare a svolgere la mia professione».

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