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CANTONE"Booking? In futuro potrebbe ammazzarci"

01.09.14 - 07:57
Preoccupazione tra gli albergatori: il colosso delle prenotazioni online offre tanta visibilità, ma le condizioni sono molto rigide
Foto Ticinonline / Davide Rotondo
"Booking? In futuro potrebbe ammazzarci"
Preoccupazione tra gli albergatori: il colosso delle prenotazioni online offre tanta visibilità, ma le condizioni sono molto rigide

LOCARNO – “Booking? Guardando in prospettiva, potrebbe ammazzarci”. A sostenerlo è un noto albergatore del Luganese, preoccupato per l’avanzare delle prenotazioni delle camere tramite piattaforme online. Sì, perché stando a un recente studio effettuato dall’Alta scuola di gestione e del turismo del Vallese, negli ultimi tre anni Booking avrebbe fatto un enorme balzo in avanti per quanto la quota di mercato in Svizzera (dal 53% al 70%). E se attualmente una prenotazione su cinque viene fatta tramite le piattaforme online, il dato è destinato a salire vertiginosamente nei prossimi anni. “Ma le condizioni dovranno cambiare – sostiene Roland Schegg, coordinatore dello studio –. In questo momento ci sono ancora troppe incognite per gli albergatori”. 

Male necessario - In primis su ogni prenotazione tramite la piattaforma c’è una percentuale cospicua, circa il 15%, che finisce nelle tasche di Booking. “Ed è una percentuale che con il tempo crescerà”, sottolinea Lorenzo Studer, direttore dell’Art Hotel Riposo di Ascona. Uno dei pochi a non essere, per scelta, su Booking. “I tempi sono duri – aggiunge il collega luganese –. Con simili percentuali da devolvere ad altri, a noi restano solo le briciole. Quelli sono soldi che ci servirebbero per restaurare e migliorare sempre i nostri alberghi. Il problema è che se oggi non sei su Booking, non sei quasi considerato. Booking è come un male necessario”. 

Prezzi fissi - Le condizioni contrattuali tra Booking e gli albergatori sono piuttosto rigide. Ed è soprattutto questo dettaglio a preoccupare gli esperti. “L’albergatore non può differenziare i prezzi delle sue stanze – riprende Schegg –. La stanza messa su Booking non può avere un prezzo maggiorato, deve avere lo stesso prezzo di quella che si riceverebbe prenotando per altre vie. Questo impedisce all’albergatore di recuperare il 15% perso per la provvigione da dare ai responsabili della piattaforma. Non dimentichiamo poi che se un albergo vuole essere ancora più visibile o rintracciabile deve versare a Booking una percentuale decisamente superiore al 15%”. 

Libertà economica - Ma non è tutto. “L’albergatore – annota Schegg – è tenuto a mettere sempre un determinato numero di camere a disposizione di booking. Anche quando le richieste per altre vie potrebbero garantirgli il tutto esaurito. Ci sono dunque situazioni che minano la libertà economica di chi lavora nel settore. Booking è uno strumento di cui gli albergatori probabilmente non potranno più fare a meno. Colossi come Booking, con milioni di clienti in tutto il mondo, non possono essere contrastati. Ma va stabilito un certo equilibrio”.     

L’inchiesta - Proprio per vederci chiaro nel 2012 la Commissione federale della concorrenza ha avviato un’inchiesta nei confronti di Booking e di altre piattaforme affini, come ad esempio HRS ed Expedia. “Alcuni dettagli – sostiene Susanne Daxelhoffer, portavoce di hotelleriesuisse, l’associazione che ha spinto verso l’apertura dell’inchiesta – limitano fortemente lo spettro di azione degli albergatori”. Le autorità federali sospettano che Booking.com, Expedia e HRS abusino di una eventuale posizione dominante, per il fatto che introducano ed applicano determinate clausole a scapito degli alberghi. “Il caso è ancora aperto”, conclude Daxelhoffer.

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