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LOCARNO"Faccio lo sciopero della fame per i cristiani massacrati"

26.08.14 - 08:54
La protesta solitaria di Lahdo Hobil, parente del giovane Johan Cosar partito dal Ticino per la Siria
"Faccio lo sciopero della fame per i cristiani massacrati"
La protesta solitaria di Lahdo Hobil, parente del giovane Johan Cosar partito dal Ticino per la Siria

LOCARNO. C’è chi parte fucile alla mano, anche dal Ticino, per Siria e Iraq, come Johan Cosar partito proprio da Locarno "per aiutare e difendere le comunità cristiane dagli attacchi jihadisti". E c’è chi in Ticino ci rimane, e fa lo sciopero della fame. È il caso di Lahdo Hobil, di Locarno, parente di Johan Cosar, il giovane ex-sergente dell'esercito confederato partito proprio da Locarno «per aiutare e difendere le comunità cristiane dagli attacchi jihadisti» nel nord-est della Siria. Johan «sta bene, è vivo» fanno sapere fonti vicine alla famiglia. «Di più non si sa». Il signor Hobil, invece, ha iniziato ieri «uno sciopero della fame che durerà 4 giorni», ci spiega, «per chiedere un intervento dei Paesi occidentali in aiuto dei cristiani perseguitati dagli jihadisti dello Stato Islamico (Is)» e unirsi così alle manifestazioni che hanno luogo in questi giorni in Svezia, dove è concentrato il maggior numero di cristiani-siriaci residenti in Europa. «Non voglio giustificare il comportamento di Johan e di quanti come lui (una decina in tutto, ndr) sono partiti per la Siria dalla Svizzera», spiega Hobil, che presiede la European Syriac Union. 

"Nessun ticinese partito per la jihad". «Bisogna però fare dei distinguo – continua Hobil - tra chi parte per fare la jihad e massacrare degli innocenti, e chi va semplicemente a difendere la propria comunità». Questi ultimi sarebbero una decina in tutto, partiti «ognuno per conto suo, da diverse parti della Svizzera», conclude Hobil. E gli jihadisti, invece? Secondo quanto riferito a inizio anno dal Servizio di informazione federale (Sic) anche i musulmani svizzeri partiti per la Siria sarebbero «una decina». Tanti quanti i cristiani, dunque. Ma «nessuno dal Ticino», almeno secondo Slaheddine Gasmi, presidente della Lega dei Musulmani in Ticino: «La certezza assoluta non posso averla, ma non mi risulta ci siano musulmani ticinesi partiti per fare la jihad o che ne abbiano l’intenzione». Pur negando che «vi sia un qualsiasi accanimento contro i cristiani in Iraq o in Medioriente da parte dei musulmani», l’associazione ticinese «condanna chiunque parta o sia partito per gettare benzina sul fuoco del conflitto, sia musulmano o cristiano». 

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