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VATICANOIl Papa telefona ai Foley: "Impressionante la loro fede"

22.08.14 - 17:59
È la sensazione che ha avuto il pontefice dopo che ieri ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla famiglia del giornalista ucciso dall'Isis
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Il Papa telefona ai Foley: "Impressionante la loro fede"
È la sensazione che ha avuto il pontefice dopo che ieri ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla famiglia del giornalista ucciso dall'Isis

CITTÀ DEL VATICANO - Una fede "impressionante" sorregge in queste ore i genitori di James Foley, il giornalista americano barbaramente ucciso dall'Isis. È la sensazione che ha avuto Papa Francesco che ieri ha voluto testimoniare la sua vicinanza alla famiglia telefonando oltreoceano, a Richmond in New Hampshire, dove vivono John e Diane Foley.

 

Una fede grande, in particolare quella della madre, che aveva trasmesso anche al figlio. Qualche tempo fa il giornalista confidava in una lettera di pregare sempre il rosario. Inoltre James Foley era rimasto sempre in contatto con i suoi insegnati Gesuiti ai quali chiedeva preghiere. Sembra anche che avesse l'intenzione di lasciare la professione di giornalista - secondo quanto riferito dal cardinale Philippe Barbarin, nei giorni scorsi in Iraq - per dedicarsi al dialogo interreligioso.

 

La telefonata tra Papa Francesco e i Foley "è avvenuta ieri sera - racconta padre Ciro Benedettini, vicedirettore della sala stampa vaticana - poco dopo le 20.00, dopo la cena del Santo Padre. Ovviamente è avvenuta in lingua inglese con un intermezzo anche in lingua spagnola. Il Santo Padre ha voluto dimostrare la sua vicinanza a questa famiglia provata dal dolore. In particolare, ha parlato all'inizio con la madre, che è cattolica, e che ha dimostrato una grande fede, che ha in qualche modo impressionato anche il Santo Padre. Ha parlato poi con il padre, e poi con un membro della famiglia di lingua spagnola e quindi il Santo Padre ha potuto parlare in spagnolo. Ovviamente, l'auspicio di tutti, del Santo Padre e della famiglia è che questi tragici fatti - sottolinea padre Benedettini - non si ripetano".

 

Il giornalista James Foley, 40 anni, cattolico, aveva studiato alla "Marquette University" dei Gesuiti nello Stato americano del Wisconsin. Con loro era sempre rimasto in contatto, informandoli dei suoi spostamenti in zone di guerra, delle missioni umanitarie a cui prendeva parte, ma soprattutto chiedeva di essere accompagnato dalla preghiera. Proprio il Rosario, come scrisse in una lettera, lo aveva salvato nei mesi di prigionia prima in Libia, poi in Siria dove era stato rapito nel 2012.

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