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CITTÀ DEL VATICANOPentecostali, mea culpa del Papa

28.07.14 - 20:32
Oggi il Pontefice ha abbracciato il pastore pentecostale Giovanni Traettino, presidente della Chiesa evanglica della Riconciliazione
Foto d'archivio (Keystone)
Pentecostali, mea culpa del Papa
Oggi il Pontefice ha abbracciato il pastore pentecostale Giovanni Traettino, presidente della Chiesa evanglica della Riconciliazione

CITTÀ DEL VATICANO - Fino ai tempi più recenti, in modo sbrigativo e alquanto dispregiativo, venivano liquidati col termine di "sette", quasi uno spauracchio per i tanti fedeli erosi alla Chiesa di Roma in particolare nelle Americhe: da oggi però, tra i cattolici, non sarà più possibile definire così gli evangelici pentecostali, dopo che papa Francesco, primo Pontefice a compiere un simile gesto, è andato in visita a una loro comunità, a Caserta, pronunciando tra l'altro uno storico "mea culpa" per le persecuzioni da loro subite sotto il fascismo e per le leggi razziali cui contribuirono tanti cattolici.

Il secondo "round" della visita di papa Francesco a Caserta, dopo quello ufficiale di sabato nella festa patronale di Sant'Anna, segna un momento chiave nella storia dei rapporti tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane: un ecumenismo, quello di Bergoglio, non fatto solo di parole, ma "vissuto" concretamente nei gesti, con l'abbraccio del Pontefice al pastore pentecostale Giovanni Traettino, presidente della Chiesa evangelica della Riconciliazione e suo vecchio amico dai tempi di Buenos Aires, prima in casa e poi nella sede della comunità in Via Feudo, e con la partecipazione a una liturgia della Parola alla presenza di 350 persone provenienti, oltre che dall'Italia, da Usa, Canada, Argentina, Spagna, Francia e India.

Nella chiesa ancora in costruzione, il Papa ha chiesto pubblicamente perdono per i cattolici che hanno firmato le leggi razziali durante il fascismo in Italia e che poi hanno contribuito all'avvio delle denunce e quindi delle persecuzioni contro i pentecostali, molti dei quali furono arrestati e mandati al confino. "Tra quelli che hanno perseguitato e denunciato i pentecostali, quasi come fossero dei pazzi che rovinavano la razza, c'erano anche dei cattolici: io sono il pastore dei cattolici e vi chiedo perdono per quei fratelli e sorelle cattolici che non hanno capito e sono stati tentati dal diavolo", ha detto il Pontefice, salutato da un lungo applauso.

Il suo discorso si è incentrato sul tema dell'unità dei cristiani, questione "fondamentale", che rappresenta "il comandamento di Cristo". Secondo Francesco, "bisogna cercare qualcosa di nuovo", "superare i confini tra le Chiese cristiane", che "non sono nate separate". "Lo Spirito Santo fa la diversità nella Chiesa - ha osservato -. La diversità è tanto bella, ma lo stesso Spirito Santo fa anche l'unità, così che la Chiesa è una nella diversità: per usare una parola bella, una diversità riconciliante. Lo Spirito Santo è armonia, armonia nella diversità".

Bergoglio ha anche bocciato esplicitamente l'uso del termine "setta". "Qualcuno si stupisce che il Papa sia venuto a trovare gli evangelici. Sono venuto a trovare i fratelli", ha detto. Per il Pontefice, ha spiegato lui stesso, è "una tentazione dire: io sono la Chiesa tu sei la setta. Gesù ha pregato per l'unità". Agli evangelici ha quindi indicato che "sulla strada dell'unità ci farebbe bene toccare la carne di Cristo, andare nelle periferie, dove ci sono tanti fratelli bisognosi di Dio, che hanno fame, ma non di pane, bensì fame di Dio". "Non si può predicare un Vangelo intellettuale: il Vangelo - ha aggiunto - è verità, amore e bellezza".

Nella comunità pentecostale la presenza e le parole del Papa hanno suscitato grande commozione. Commosso, tra gli applausi dei presenti, anche il saluto del pastore Traettino. "Carissimo Papa Francesco, amato fratello mio, la nostra gioia è grande per questa sua visita, un dono grande e inatteso, impensabile fino a poco tempo addietro - ha detto -. Lo potrà leggere negli occhi dei bambini e degli anziani, dei giovani e delle famiglie. Le vogliamo bene". Sottolineando l'"affetto" degli evangelici per la persona di Bergoglio, e ricordando la "fatica" del Papa nel venire una seconda volta a Caserta in tre giorni, il pastore ha affermato: "Con uomini come lei c'è speranza per noi cristiani".

A dire la verità, altre confessioni evangeliche non avevano condiviso l'apertura di dialogo così profonda con il Papa, visto come l'emblema di una autorità non riconosciuta ed anche osteggiata. Il sito Notizievangeliche.com, ad esempio, ha bollato la "preghiera" di Traettino "con il suo fratello 'papa' Francesco", come di "una cosa scandalosa, una vergogna, una cosa gravissima che porta discredito alla via della verità".

Oggi, però, le polemiche hanno lasciato lo spazio solo al momento di festa. Prima di ripartire in elicottero per Roma, il Papa si è fermato al pranzo, nel piano inferiore dell'edificio dove si è svolto l'incontro, a tavola con circa 70 persone, tra cui una trentina di pastori evangelici giunti da tutta Italia. Menù "mediterraneo", con antipasto di rustici, verdure e salumi; insalata di pasta; mozzarella di bufala e melanzane "a funghetti"; pastiera e crostata per dessert.

ats

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