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BELLINZONAPrima guerra mondiale, 100 anni dopo si commemorano i caduti

28.07.14 - 12:22
Si è tenuta oggi la cerimonia in ricordo dello scoppio della Grande Guerra
Foto Ti-Press Carlo Reguzzi
Prima guerra mondiale, 100 anni dopo si commemorano i caduti
Si è tenuta oggi la cerimonia in ricordo dello scoppio della Grande Guerra

BELLINZONA - Stamattina a Bellinzona, presso il Monumento ai Caduti di via Dogana, si è tenuta una breve cerimonia commemorativa per i 100 anni dallo scoppio della Prima Guerra mondiale, avvenuto il 28 luglio 1914. L'iniziativa, promossa dal Dipartimento delle istituzioni e con il sostegno della Città di Bellinzona, ha voluto ricordare i Ticinesi che durante il Servizio attivo dei due conflitti mondiali hanno perso la vita.

L'intervento del Consigliere di Stato Norman Gobbi, in rappresentanza dell'autorità cantonale, ha fatto un breve e parziale quadro generale della situazione nel 1914, per poi dedicarsi alla realtà del Cantone Ticino di quegli anni, stretto nel dualismo tra Elvetismo e Italianità. Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni ha ricordato come in quegli anni mossi dalla diffidenza bernese da un lato e dall'irredentismo italiano dall'altro, il Ticino seppe trovare ciò che il compianto storico Silvano Gilardoni chiamò "nazionalismo ticinese"; sulla spinta in particolar modo di Francesco Chiesa, come ricordò il compianto direttore dell'Archivio di Stato e professore Raffaello Ceschi, il Ticino seppe trovare una sua nuova identità sullo spirito della libertà e del genio artistico di queste terre. Nel suo intervento il Consigliere di Stato ha poi ricordato come la guerra non ci abbia abbandonato in questi 100 anni, ed anzi è di viva e feroce attualità con i conflitti in corso a poche migliaia di chilometri dai nostri confini. Per questo motivo, ha continuato Gobbi, la Svizzera deve rimanere vigile e attenta, grazie anche all'impegno di cittadini-soldato che hanno prestato Servizio e lo prestano tutt'oggi nell'Esercito di milizia, a favore della sicurezza e della libertà del nostro Paese.

 

Il municipale di Bellinzona Christian Paglia, intervenuto a nome dell'autorità comunale, ha ricordato la ferocia del conflitto mondiale scoppiato un secolo fa. Dall'impiego di nuovi e micidiali armi, alla logorante guerra di trincea. Un monito alle milioni di vittime che rimasero inascoltate, ha ricordato Paglia, poiché dopo i primi proclami di pace universale nel 1918, l'Europa e il Mondo si prepararono al secondo conflitto mondiale. Ma da questi tristi avvenimenti, non tutta l’umanità ha imparato allo stesso modo. Lo dimostrano i vari conflitti che ancora oggi – in parte – viviamo nel mondo e attestano la necessità di ricordare la distruttività e i dolori della guerra, come in occasione della cerimonia odierna, che rende omaggio ai caduti anche ticinesi.

 

Il vicepresidente della Società ticinese degli ufficiali ten col Stefano Giedemann, intervenuto per l'autorità militare, ha ripercorso gli eventi dal punto di vista militare svizzero. Dalla nomina del Generale Ulrich Wille, noto per le simpatie prussiane, al dispiegamento delle truppe lungo i confini con Francia e Italia, per poi guardare alla realtà dei militi ticinesi nel neo-costituito Reggimento di fanteria di montagna 30. Truppa ticinese che prestò servizio nella Svizzera nordoccidentale a guardia dei confini basilesi, che poi fece rientro dopo 200 giorni di servizio, tra l'apprezzamento delle autorità cantonali e di tutta la popolazione ticinese. La cerimonia, volutamente sobria, si è conclusa con la posa di due corone di alloro da parte dei picchetti d'onore -una per l'autorità civile e l'altra per l'autorità militare -sul trittico Monumento ai Caduti delle due Guerre mondiali, realizzato da Apollonio Paolo Pessina nel 1920 e completato nel 1948 dopo il secondo conflitto mondiale.

 

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