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LUGANOAlfio Molina: "La maglia ritirata? Un gran riconoscimento"

23.07.14 - 08:58
L'ex grande portiere del Lugano, con cui ha disputato la bellezza di 24 stagioni, è uno dei sei giocatori della storia bianconera a cui è stato riservato questo onore
Keystone/Golay
Alfio Molina: "La maglia ritirata? Un gran riconoscimento"
L'ex grande portiere del Lugano, con cui ha disputato la bellezza di 24 stagioni, è uno dei sei giocatori della storia bianconera a cui è stato riservato questo onore
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LUGANO - Oltre alla maglia di Flavien Conne (numero 40), l'HCLha ritirato nel corso degli anni altre cinque casacche: quella di Molina (1), di Bertaggia (2), di Schafhauser (4), di Näser (44) e di Nummelin (33).

Il primo giocatore in assoluto, nonché unico ticinese ad avere ricevuto questo onore è stato l'estremo difensore Alfio Molina - ora 66enne - capace di vestire nella sua carriera per ben 24 stagioni la maglia bianconera (dal 1964 al 1987). Con la squadra ha vissuto la promozione dalla LNB alla LNA e faceva parte del roster che ha conquistato i primi due titoli nazionali della storia dei bianconeri (1986 e 1987).

Nella sua carriera il numero 1 del Lugano ha vestito anche la maglia della Nazionale a più riprese, partecipando da protagonista anche ai Mondiali e ai Giochi Olimpici del 1972.

Cosa ne pensi del fatto che l'Hcl ha ritirato la maglia di Conne? Tu sei stato il primo, lui è l'ultimo in ordine di tempo...
"Con i tempi moderni, disputare 14 stagioni in una stessa squadra non è per niente evidente, per cui Flavien ha avuto il merito di essere premiato. Oggigiorno i giocatori cambiano spesso squadra, l'attaccamento proprio alla società sta andando sempre di più scemando".

Quale pensi che sia il problema?
"Sono cambiati i tempi: l'ambiente è un altro, i giocatori sono tutti dei professionisti e vanno a giocare dove ci sono i maggiori interessi. Non sono esattamente i ragazzi che non vogliono rimanere in una squadra, ma i loro agenti che trovano le sistemazioni migliori sia per i giocatori che per le loro tasche. Pur di guadagnare di più, mettono in contatto i giocatori con diverse società, cercandogli nuovi stimoli e nuovi contratti per aumentare anche i propri guadagni. Ai miei tempi invece era la società che si metteva in contatto e il singolo giocatore decideva da solo".

Visto che sei l'unico ticinese a cui il Lugano ha ritirato la maglia, il prossimo potrebbe essere Sannitz? Ha disputato finora 16 stagioni vincendo tre titoli con i bianconeri...
"Lui e Julien Vauclair potrebbero essere i prossimi. Dipende tutto dai criteri di valutazione della dirigenza: il comportamento avuto negli anni, la fedeltà dimostrata oppure quanto ha vinto il giocatore o l'impegno dimostrato. Se la dirigenza vedrà queste caratteristiche in Sannitz e Vauclair, allora ritireranno la maglia anche a loro".

Che cosa hai provato quando te l'hanno ritirata?
"È stato un gran piacere, un onore e un gran riconoscimento verso la mia persona. Ho sempre cercato di dare il massimo sul ghiaccio e sono stato sempre ricambiato, ma questo è un segno in più di appartenenza al club. Anche per la società stessa, il fatto di aver avuto un giocatore che ha vestito tutta la carriera solo la maglia bianconera, è una cosa particolare. Tutto questo è stato un piacere personale".

Che giocatore sarebbe oggi Alfio Molina. Da NHL?
"È difficile da dire perche bisogna avere la mentalità giusta e concentrarsi solo sulla disciplina. Sono sempre stato una persona a cui è sempre piaciuto praticare più attività oltre all'hockey, quindi non saprei proprio. L'unico periodo in cui non ho lavorato e che ho fatto il professionista al 100% è stato nel 1972. Per partecipare ai Mondiali e alle Olimpiadi con la Nazionale ho preso un congedo dal lavoro di quattro mesi. Per la prima volta mi sono trovato senza lavorare e l'ho presa come un'avventura. Nella mia testa sapevo che una volta ritornato potevo continuare con la mia mansione ed ero quindi spensierato. Adesso il professionista, una volta smesso con l'hockey, spesso deve reinserirsi da capo in una nuova professione e non è sempre semplice. Bisogna spaer valutare ogni situazione al meglio. In ogni caso nell'hockey svizzero si sono fatti dei grossi passi avanti, ci sono molte più possibilità, ma c'è anche molta più concorrenza". 

 

 

 

 

 

 

 

 

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