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CINEMAQuest'uomo ha dedicato 90 anni della sua vita al cinema

20.07.14 - 16:59
Il critico cinematografico Morando Morandini compie domani 90 anni
Foto web bellaria film festival
Quest'uomo ha dedicato 90 anni della sua vita al cinema
Il critico cinematografico Morando Morandini compie domani 90 anni

ROMA - Il regista Elia Kazan paragonava la condizione del critico a quella dell'"eunuco nell'harem che passa il suo tempo a contemplare quel che gli è precluso e proibito": è la definizione che ama citare Morando Morandini, pensando alla sua passione di una vita, il cinema, e che il critico ripete oggi, alla vigilia del 90esimo compleanno, che cade domani 21 luglio. È nato a Como nel 1924 e Milano, dove vive, lo festeggia assegnandogli l'Ambrogino d'Oro.

Oggi il nome Morandini è diventato popolare grazie al Dizionario dei film e delle serie tv, edito da Zanichelli dal 1999 e che porta il suo nome, curato da lui stesso, con la moglie Laura sino alla sua scomparsa, e la figlia Luisa, anche lei critico cinematografico. Ogni anno l'opera viene aggiornata e Morandini ancor oggi assiste quotidianamente alla proiezione delle novità cinematografiche, rivedendo e ripensando i suoi giudizi su film già recensiti.

Nel mondo del cinema e della cultura il nome di Morandini è sinonimo di qualità, di impegno e di una visione personale a partire dagli anni '50, quando scrive per il quotidiano "La Notte" (dal 1952 al 1961) che dedica molto spazio agli spettacoli e crea la pagina "Dove si va stasera". E su quel quotidiano che comincia a usare, accanto alla critica, una sintesi in stelline, cui aggiungerà poi i pallini, quale sintesi del successo di pubblico.

Il suo ruolo cresce poi e acquista una posizione centrale nel panorama della critica cinematografica italiana col suo arrivo a "Il Giorno" (dal 1965 al 1998) che punta proprio su cultura e spettacolo, svecchiando di colpo un certo stile da terza pagina.

"Sono un razionale emotivo", dice di sé Morandini, un ossimoro che traspare nelle schede del dizionario: sintesi puntuali, precise ma ricche di argute e taglienti osservazioni, come in tutta la sua attività di una vita.

Nel 1995 ha pubblicato "Non sono che un critico", libro autobiografico di riflessioni sul proprio lavoro e sul ruolo del critico in cui viene messa a fuoco l'idea che la critica sia una forma di scrittura in cui il soggetto che scrive scopre, attraverso la visione del film e le emozioni che esso suscita, innanzitutto se stesso, la propria sensibilità di spettatore e di essere umano.

Messo alle strette in una recente intervista, finisce per confessare: "Per dirla secca, sono nato al cinema con i film francesi degli ultimi anni '30. I miei idoli erano Jean Gabin, Arletty, Michèle Morgan. E Gary Cooper tra gli attori americani. Tra le attrici la Davis, la Hepburn, Carole Lombard. E Dorothy Lamour di cui mi innamorai col tramite di John Ford in 'Uragano' (1937). Ford e Hawks erano i miei registi preferiti, ma ricordo che mi lasciai incantare da Winterset ('Sotto i ponti di New York', 1936) di Al Santell e rimasi sconvolto da 'Delitto senza passione' (1934) di Ben Hecht".

E poi aggiunge: "Sono andato fuori dai sentieri battuti sin dall'inizio, grazie a una passione precoce per il cinema, se a 12 anni leggevo sul 'Corriere' le critiche di Filippo Sacchi, per passare poi al settimanale 'Film' di Doletti e approdare alla rivista 'Cinema' al liceo".

Morando Morandini è anche autore di diverse monografie su celebri registi (S. M. Ejzenstejn, B. Bertolucci, J. Huston, ecc.), e con G. Fofi e G. Volpi è stato coautore di una Storia del cinema (4 voll., 1988). Nel 1998 ha ricevuto il premio Ennio Flaiano.

ats

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