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ITALIATangenti lombarde, accuse a Formigoni da riscrivere

02.07.14 - 20:24
Lo ha ordinato oggi il gup Vincenzo Titunelli
Foto d'archivio (Keystone)
Tangenti lombarde, accuse a Formigoni da riscrivere
Lo ha ordinato oggi il gup Vincenzo Titunelli

MILANO - Riformulare il capo di imputazione per l'ex Governatore della Lombardia e ora senatore di Nuovo Centrodestra (Ncd) Roberto Formigoni, e modificare la descrizione del fatto perché non corrisponde a quanto emerso dal quadro probatorio. Lo ha 'ordinato' oggi alla Procura di Milano il giudice dell'udienza preliminare (gup) Vincenzo Tutinelli che quindi ha rinviato al prossimo 24 settembre l'udienza preliminare sulla vicenda con al centro la discarica di Cappella Cantone in cui, oltre a Formigoni, sono imputati l'ex vice presidente del Consiglio Regionale Franco Nicoli Cristiani, l'ex assessore all'Ambiente Marcello Raimondi e altre persone, tra cui Rossano Breno e Luigi Brambilla, allora alla guida della Cdo (Compagnia delle Opere) di Bergamo.

Il giudice, con una ordinanza, ha chiesto ai pubblici ministeri Paolo Filippini e Antonio D'Alessio di rivalutare e riscrivere le accuse nei confronti di Formigoni in merito alla presunta corruzione dei vertici della Cdo, in quanto il capo d'imputazione "è strutturalmente diverso da come emerge" dalla valutazione delle carte processuali. Inoltre, per il gup, "non emergono gli atti contrari ai doveri d'ufficio".

"Sono ovviamente soddisfatto perché comincia ad emergere la verità - ha commentato Formigoni -. Il giudice riconosce che non ho commesso atti contrari ai miei doveri d'ufficio. Dunque l'accusa si sgretola e il prossimo passaggio riconoscerà la mia estraneità ai fatti che mi vengono addebitati e la totale correttezza dei miei atti". "Come ho sempre sostenuto - ha aggiunto Formigoni - la mia giunta ha assunto, anche in questo caso, un atto a tutela dell'interesse della popolazione. Eravamo in presenza di una emergenza amianto e la Regione individuò una discarica adatta allo scopo. L'unica adatta in tutto il territorio regionale. Come già il Tar ha sentenziato, il procedimento fu perfettamente corretto. E oggi il gup conferma questa verità".

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, oltre un milione di euro sarebbero stati versati dall'imprenditore Pierluca Locatelli - interessato alla realizzazione della discarica e quindi alle delibere di Giunta per avere il via libera - ai vertici bergamaschi della Compagnia delle Opere su input di Formigoni, peraltro anche sotto processo per il caso Maugeri e indagato in un'altra inchiesta su presunte mazzette nella sanità lombarda. Locatelli avrebbe anche pagato una presunta tangente da 100mila euro a Nicoli Cristiani, con lo scopo di "ottenere l'Autorizzazione integrata ambientale, necessaria" all'ok alla discarica.

Per i pm, come si legge negli atti, il denaro sarebbe stato versato dall'imprenditore "con il consenso e la consapevolezza" di Breno e Brambilla, che avrebbero agito "in nome e per conto" di Formigoni e Raimondi. Per la vicenda l'ex vice presidente della Regione e l'ex dirigente dell'Arpa Giuseppe Rotondaro hanno chiesto di patteggiare e altri otto imputati, tra cui Locatelli, di essere processati con rito abbreviato condizionato all'eccezione di competenza territoriale in favore di Bergamo sollevata dalle difese e su cui il gup si dovrà esprimere.

ats

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