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SVIZZERANo all'obbligo di origine delle materie prime sulle etichette

03.06.14 - 09:11
Le normative in materia di trasparenza non saranno inasprite, nonostante gli scandali alimenti come quello della carne di cavallo nelle lasagne
Foto Archivio Keystone
No all'obbligo di origine delle materie prime sulle etichette
Le normative in materia di trasparenza non saranno inasprite, nonostante gli scandali alimenti come quello della carne di cavallo nelle lasagne

BERNA - Le etichette degli alimenti preconfezionati non dovranno obbligatoriamente indicare l'origine delle materie prime. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale - con 93 voti contro 88 e 1 astenuto - eliminando quest'ultima divergenza con gli Stati nel quadro della revisione della Legge sulle derrate alimentari (LDerr). Il dossier è pronto per le votazioni finali.

 

Malgrado i recenti scandali alimentari, come quello sulla carne delle lasagne, la Camera del popolo ha deciso di non inasprire le normative in materia di trasparenza. Per evitare etichette troppo lunghe, in commissione era stato raggiunto un compromesso: sull'imballaggio, oltre al nome, al paese di produzione e agli ingredienti contenuti, avrebbe dovuto essere indicata anche l'origine delle materie prime.

 

A nulla sono servite le rassicurazioni di Bea Heim (PS/SO), che ha ricordato come questa norma sia già in vigore nell'Ue e sia sostenuta dall'Unione svizzera dei contadini, dalle associazioni di consumatori e di produttori svizzeri, e neppure l'apertura del ministro dell'interno Alain Berset, che ha affermato che questa opzione, benché non sia la preferita dal governo, è applicabile.

 

"I consumatori hanno diritto a essere protetti, ma questa legge deve essere basata sul buon senso", ha affermato Thomas de Courten (UDC/BL), a cui ha fatto eco Thomas Weibel (Verdi liberali/ZH): la "trasparenza è importante ma queste disposizioni supplementari condurrebbero a costi supplementari".

 

Nella revisione le Camere non hanno voluto nemmeno introdurre "liste nere" dei ristoranti dall'igiene dubbia consultabili pubblicamente. L'idea, lanciata dal Consiglio federale, prevedeva di fornire gratuitamente ai ristoranti un certificato di conformità che informasse su come vengono rispettate le principali norme previste dalla legge sulle derrate alimentari. Su richiesta, questo documento avrebbe dovuto essere mostrato ai consumatori.

 

La destra ha pure impedito l'introduzione di restrizioni relative alla pubblicità destinata ai bambini per gli alimenti troppo grassi, troppo zuccherati e troppo salati.

 

La legge introdurrà per contro il divieto di vendita di cosmetici testati su animali, preciserà che l'acqua per le docce e la balneazione deve rispettare gli stessi criteri di qualità in tutta la Svizzera e prescriverà ancora l'ispezione della carne di selvaggina venduta alle macellerie e ai ristoranti.

 

Ats

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