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ITALIA"Wojtyla? Il migliore uomo del secolo, ma santo è solo Dio"

24.04.14 - 19:26
Lo afferma Mehmet Alì Agca, l'uomo che nel 1981 sparò contro Giovanni Paolo II
Foto Keystone / EPA Ansa Filippo Monteforte
"Wojtyla? Il migliore uomo del secolo, ma santo è solo Dio"
Lo afferma Mehmet Alì Agca, l'uomo che nel 1981 sparò contro Giovanni Paolo II

ROMA - Giovanni Paolo II "merita di essere definito la persona migliore del secolo". Ma "esiste un solo santo" e "questo è Dio": e "deificare un essere umano" è "un peccato imperdonabile contro Dio". Lo afferma, in un'intervista esclusiva all'agenzia di stampa italiana Ansa alla vigilia della canonizzazione di papa Wojtyla, l'uomo che il 13 maggio 1981 attentò in Piazza San Pietro alla vita del Pontefice, il turco Mehmet Ali Agca.

 

Che dice anche che quel giorno voleva "assolutamente uccidere il Papa" e "morire in Piazza San Pietro per suicidio o linciaggio che fosse", e di avere "prove personali indiscutibili che il 13 maggio 1981 Dio ha realizzato un miracolo in Piazza San Pietro".

 

Inoltre Agca Ali Agca non si dice "pentito", perché - spiega - c'è una "incalcolabile differenza tra un miracolo divino come il mio attentato al Papa ed un crimine psicopatico ingiustificabile come l'uccisione di Aldo Moro": "io sono felicissimo di essere stato al centro di un piano divino - aggiunge - che mi è costato 30 anni infernali in cella di isolamento".

 

Agca, uomo libero dopo la grazia del 2000 del presidente Ciampi per l'attentato a Wojtyla (la Santa Sede si era definita "non contraria") e dopo aver scontato altri debiti con la giustizia in Turchia, rispondendo alle domande dell'Ansa spiega che "se definiamo la santità umana come un modello umano migliore da proporre e presentare all'umanità, allora Giovanni Paolo II merita di essere definito la persona migliore del secolo. Anche Giovanni XXIII era una persona ottima che merita amore e rispetto". "Tuttavia - prosegue - non dobbiamo confondere amore umano con adorazione divina". Insomma, "esiste un solo santo: questo è Dio" e "deificare un essere umano o un'altra creatura è un peccato imperdonabile contro Dio invisibile". Tra l'altro, l'ex "lupo grigio" invita anche "il mondo islamico a riconoscere e seguire Gesù Cristo come il redentore ed il re eterno degli angeli e degli esseri umani".

 

A proposito del suo incontro nel carcere di Rebibbia con Wojtyla, che gli diede il suo perdono, Agca lo ricorda "come uno degli atti più belli e più importanti della mia vita". "Come ha detto il Papa stesso - ricorda -, quell'incontro storico era un miracolo deciso da Dio. Mi ha colpito la sincerità ed onestà del Papa polacco. Era un uomo che aveva un amore sincero disinteressato". Quindi va proposto "all'umanità intera come un fratello da imitare nella sua immensa bontà, onestà e sincerità". Ma la santità, ribadisce, "è una prerogativa esclusiva e indiscutibile di Dio".

 

Agca ritiene fermamente che il fatto che il Papa sia sopravvissuto ai suoi colpi di pistola sia frutto di un miracolo (Wojtyla attribuiva la sua salvezza alla Madonna di Fatima). "Io volevo assolutamente uccidere il Papa - rievoca - e volevo morire in Piazza San Pietro per suicidio o linciaggio che fosse. Dopo diversi anni ho capito, ho visto con delle prove personali indiscutibili che il 13 maggio 1981 Dio ha realizzato un miracolo in Piazza San Pietro". "L'attentato al Papa era deciso dal sistema divino - prosegue -. Quindi tutto quello che è accaduto era stato pianificato ed attuato dal sistema divino. La Madonna di Fatima era stata una semplice messaggera che non sapeva il senso ultimo del miracolo e messaggio di Fatima".

 

L'ex "lupo grigio" conferma quanto scritto nel suo libro "Mi avevano promesso il paradiso", che era stato l'ayatollah Khomeini a dargli l'anno prima l'ordine di uccidere il Papa, e sottolinea che "la cosiddetta 'pista bulgara' ha compiuto una missione storica nel colpire il sistema comunista sovietico". E proclama che "nulla è rimasto umanamente segreto sul mio attentato al Papa". E alla domanda se sia pentito di aver attentato alla vita del Papa, risponde: "Occorre saper distinguere l'incalcolabile differenza che esiste tra un miracolo divino come il mio attentato al Papa ed un crimine psicopatico ingiustificabile come l'uccisione di Aldo Moro. Dunque io sono felicissimo di essere stato al centro di un piano divino che mi è costato 30 anni infernali in cella di isolamento". Quindi nessun pentimento.

 

Non manca un'ultima "rivelazione sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. "Alcuni servizi segreti occidentali - dichiara - sanno perfettamente che Emanuela Orlandi si trova attualmente nelle mani del governo vaticano. Il Papa Francesco può ordinare al governo vaticano di liberare immediatamente Emanuela Orlandi ospite probabilmente in qualche convento di clausura". "La verità vi renderà liberi", dice citando il Vangelo di Giovanni: "Dunque liberando Emanuela Orlandi - conclude -, il Vaticano avrà liberato se stesso dalla prigionia di una piccola menzogna inutile".

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