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BERNA"Unione sì, fusione no"

09.04.14 - 09:38
Il presidente del Partito popolare democratico (PPD) Christophe Darbellay si dice aperto ad un'unione con il Partito borghese democratico (PDB)
Foto d'archivio (Keystone)
"Unione sì, fusione no"
Il presidente del Partito popolare democratico (PPD) Christophe Darbellay si dice aperto ad un'unione con il Partito borghese democratico (PDB)

BERNA - Per il presidente del PPD Christophe Darbellay una fusione con il Partito borghese democratico (PBD) "non entra in considerazione". Esistono "altre forme di collaborazione", afferma il consigliere nazionale vallesano in un'intervista pubblicata oggi dalla "Neue Zürcher Zeitung".

"Abbiamo concordato una cooperazione nel 2012 e l'abbiamo pubblicamente resa nota", spiega Darbellay. Si parla di collaborazione nelle campagne di votazione, nei documenti programmatici e nelle sedute dei gruppi parlamentari. "Inoltre stiamo discutendo sulle prossime elezioni federali e stiamo valutando possibili congiunzioni di liste".

 

L'ingegnere agronomo non vuole però rivelare se intenda puntare a un'unione sul modello di quella operante in Germania fra CDU e CSU. "Quello che direi al riguardo sarebbero pure speculazioni", risponde a una precisa domanda dell'intervistatore.

 

Filippo Lombardi, presidente del gruppo PPD alle Camere, alla fine di febbraio aveva dichiarato che "un gruppo parlamentare comune è un'opzione realista". Il presidente del PBD, Martin Landolt, aveva però subito respinto la proposta.

 

Dopo la dura sconfitta subita dai borghesi democraratici nelle elezioni cantonali bernesi del 31 marzo (11 seggi persi su 25 in Gran consiglio) le voci su una possibile fusione tra i due partiti sono tornate a farsi più insistenti. Tanto più che Landolt ha invitato il suo partito a profilarsi con più chiarezza al centro.

 

Nell'odierna intervista, Darbellay precisa che il risultato del voto non modifica i termini della cooperazione. Vero è, comunque, che una eccessiva frammentazione penalizza i partiti di centro: "a lungo termine non può continuare così". Ci vuole "veramente una riorganizzazione del centro", secondo il deputato vallesano.

 

Il PPD ha anche avviato discussioni con il PLR con l'obiettivo di rafforzare il centro. Ritiene che anche il partito liberale radicale debba essersi reso conto che l'UDC è un partito "nemico dell'economia". Darbellay chiede di scegliere tra la destra o il centro. "La nostra porta è sempre aperta", ha aggiunto.

 

Il consigliere nazionale è persuaso che il PLR possa partecipare alla costruzione di un centro coerente. E riguardo ai seggi in Consiglio federale taglia corto: "non si può essere fissati su una formula".

 

Ats

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