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APPROFONDIMENTOOcchi puntati su Hyundai, la nuova protagonista del WRC

07.04.14 - 14:34
Quest’anno il costruttore coreano si è lanciato nel più alto campionato mondiale di rally. Siamo andati in Portogallo per fare il punto della situazione.
Hyundai Motorsport
Occhi puntati su Hyundai, la nuova protagonista del WRC
Quest’anno il costruttore coreano si è lanciato nel più alto campionato mondiale di rally. Siamo andati in Portogallo per fare il punto della situazione.

TUTTO DA ZERO - Quello del Portogallo è il quarto appuntamento del campionato mondiale rally, nonché il primo in cui si può iniziare a fare una bilancio intermedio del campionato. La prima occasione buona per unirsi quindi al gruppo di Hyundai e andare a vedere sul posto ciò che è riuscita a creare dal nulla in pochissimo tempo. Ma davvero dal nulla e davvero in pochissimo tempo. Era il dicembre del 2012 il momento in cui fu fondata Hyundai Motorsport, la quale si insediò in un capannone industriale di 8'200 metri quadrati completamente vuoto non molto distante da Francoforte. In questo quartier generale in poco più di un anno hanno dovuto mettere in piedi una squadra di rally completa, acquistare tutte le infrastrutture e attrezzature necessarie, organizzare la logistica e non da ultimo sviluppare un’automobile da corsa che fosse competitiva. Missione non facile, ma ad oggi Hyundai Motorsport ha una squadra di oltre 100 collaboratori provenienti da 22 paesi, la miglior hospitality dell’interno campionato mondiale e un’automobile che, come vedremo più avanti, tanto lenta non è.

ACCOGLIENZA DI PRIM’ORDINE - A meritare una menzione è, come anticipato, l’hospitality riservata ad ospiti e collaboratori, in assoluto la più grande, curata e concettualmente geniale tra tutte le scuderie – Volkswagen inclusa. Si tratta di un enorme stabile con oltre 450 metri quadrati di superficie, sistemata su due livelli: al piano superiore si trova la lounge e la zona ristorazione dalla quale gli invitati possono guardare comodamente l’assistenza che si trova al piano di sotto. Hyundai Motorsport è inoltre l’unica scuderia ad aver adibito un palco tramite il quale il pubblico può stare veramente a pochissimi centimetri dalle automobili, dai meccanici e dai piloti, permettendo loro di vedere realmente da vicino le sempre affascinanti operazioni di assistenza. Il tutto in un ambiente climatizzato o riscaldato, così da migliorare anche le condizioni di lavoro dei meccanici. La cosa interessante è che questa struttura va ovviamente spostata di gara di gara in gara, operazione che richiede dodici persone e sei giorni di lavoro per costruirla nonché tre giorni per smontarla e trasportarla con nove camion all’appuntamento successivo.

L’AUTO E I PILOTI - Ma passiamo all’automobile. La vettura prescelta è stata una i20 la quale con il modello di serie spartisce unicamente il telaio. Sotto il cofano si trova infatti un “millesei” turbo da 300 cavalli e 400 Newtonmetri di coppia per 1'200 chili di peso. Un’automobile che in pochissimi mesi ha percorso 8'000 chilometri di test tra Finlandia, Francia, Germania e Spagna così da poterla mettere a punto per le differenti condizioni che si incontrano durante la stagione. Poco tempo, ma i piloti sembrano soddisfatti. Quale pilota ufficiale Hyundai Motorsport si è accaparrata Thierry Neuville, un 25enne belga molto promettente, con la quale ha stipulato un contratto di svariati anni. Lo scorso anno è stato in più occasioni un vero inseguitore del campione in carica Sebastien Ogier (Volkswagen) e, da quando è stato promosso dall’IRC, ha già ottenuto 8 podi. Apparentemente si trova molto bene con la Hyundai  e ha già potuto ottenere un terzo posto al Rally del Messico, ricordando tuttavia che ogni gara, anche se non vinta, rappresenta un’ottima opportunità per accumulare ulteriore esperienza per migliorare costantemente la vettura.

IL PRIMO BILANCIO - Dello stesso parere anche il boss della squadra Michel Nandan: “Il podio ottenuto in Messico non era assolutamente nei nostri obiettivi ma ci da la carica per le gare che avremo davanti a noi. Per noi la cosa più importante non è vincere i singoli rally ma piuttosto dimostrare che l’automobile riesce ad essere la più veloce in determinate prove speciali, oltre ad accumulare sempre ulteriore esperienza per migliorare l’auto. Per questo si rivela molto preziosa la collaborazione dei piloti di livello che partecipano alle singole gare con la terza automobile, come in questo caso Juho Hänninen e Dani Sordo”. È in particolare quest’ultimo ad aver impressionato parecchio durante la tappa portoghese vincendo due prove speciali ed arrivando, alla fine della seconda giornata, ad un soffio dal terzo posto nella classifica generale. Sfortuna ha voluto che a causa di un cedimento meccanico abbia dovuto ritirarsi durante la terza giornata. Anche Neuville ha vinto una prova speciale, giungendo però unicamente settimo alla fine della tre giorni portoghese. Tuttavia, considerando che il rally del Portogallo è per l’appunto quello in cui si possono stilare i primi bilanci, anche noi ci siamo fatti un’idea. E quello che possiamo dire è che in un tempo record il costruttore coreano ha saputo mettere in piedi una squadra ben organizzata, competente e credibile, con vetture e piloti competitivi, capaci di mettere pressione anche ai compagni di squadra di Ogier catturando l’attenzione, oltre che il rispetto, delle altre scuderie presenti. Con quattro marchi a battersi nel campionato mondiale rally il WRC è diventanto molto più di interessante di quanto non lo fosse già diventato l’anno scorso. E se arrivasse anche un quinto costruttore?

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