Un pensiero a chi vorrebbe salire su un palco a suonare, ma è troppo timido per osare
LUGANO - Dedicato a tutte le persone che vorrebbero avere il coraggio salire su un palco e suonare alla faccia della propria timidezza.
Ammettiamolo, quante volte abbiamo pensato, guardando un concerto, di essere il cantante o il musicista sul palco? Penso che posso ammetterlo senza sentirmi l’unico a pensarlo: essere un musicista e calcare un palco è un’esperienza che entusiasma, elettrizza e crea un profondo senso di grandezza.
Poi ci sono quelli come me che rimangono sotto il palco, guardando ammirati ed incuriositi gli artisti che lo abitano; tra l’ammirazione e la curiosità si pongono una semplice domanda: ma come fanno?
Come fanno a stare sul palco illuminati e convinti? Suonando e intrattenendo le persone che nella penombra hanno gli occhi puntati su di loro? A me sudano le mani solo a pensarci...sarò fobico.
Ho pensato di rivolgermi ad un musicista per capire cosa vive di così diverso da me. Ma forse la soluzione non è trovare una risposta reale, ma lasciare che questa curiosità rimanga così…per permettere a me (e a tutte le persone simili a me) di poter guardare il palco e seguire il concerto immaginando e fantasticando su quell’esperienza così difficilmente raggiungibile per i timidi. Parlo di quella categoria di fobici, quelli che fuggono l’essere al centro dell’attenzione tanto quanto ne sono incuriositi e in fondo in fondo, attratti.
Possiamo dircelo noi paurosi, non siamo veramente in penombra quando guardiamo i concerti, gli aspetti estroversi, esibizionisti ed elettrizzanti dei musicisti ci illuminano. Noi viviamo l’estroversione di luce riflessa…e diciamo che ci basta così.