ITALIATorna Tonino Carotone, lo zingaro latino

MILANO – Eclettico, imprevedibile, fantasioso. A Milano, per la precisione all’Associazione Culturale Ohibò, torna Tonino Carotone, artista spagnolo – ma sarebbe meglio dire navarro  – fulminato sulla via del punk dalla musica italiana degli anni ’60 e in particolare da Renato Carosone, il “fantasista” napoletano al quale Tonino – all’anagrafe Antonio de la Cuesta – si è ispirato per il suo nome d’arte. Nato a Burgos nel 1970, Carotone è cresciuto a Pamplona, frequentando il frizzante ambiente punk della capitale della Navarra: suona la batteria, scrive canzoni, passa da un gruppo all’altro (Tijuana in Blue, Kojon Prieto, Huajolotes) dando sfogo alla sua fantasia, mescolando la musica latina al punk, lo swing alla musica italiana degli anni ’60. Due i riferimenti principali: Carosone, come detto, e Frank Buscaglione, il loro essere scanzonati, la capacità di unire il ritmo al divertimento e alla malinconia.

A fomentare la sua fame di musica, di commistione tra generi, è anche l’amicizia con Manu Chao, che degli Huajolotes era un grande fan, al quale lo lega l’amore per la contaminazione e quell’aria da clandestino, da senza patria. L’Italia, in realtà, diventa la vera patria di Carotone, che nel 1999 spopola con il disco “Mondo difficile” e con un brano “Me cago en el amor”, che conquista le classifiche rivelando in seguito anche al resto d’Europa un artista in grado di abbinare musica originale e ironia.

Nel 2003 segue “Senza ritorno” e poi, nel 2008, “Ciao mortali”, disco che si avvale della collaborazione di tanti amici e artisti “zingari”, come Manu Chao, Bandabardò e Gogol Bordello, e nel quale Tonino trasforma il detto latino “veni, vidi, vici” nel più divertente “vino, vida y vicio”. Vino, vita e vizio: chi va a sentire Carotone, questo venerdì, sa a cosa va incontro.