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TICINO E SVIZZERAPensieri Liberi

14.05.12 - 14:00
Opinioni d'attualità
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Pensieri Liberi
Opinioni d'attualità

Batto sulla tastiera con un ritmo sincopato, dato che le dita a volte faticano a scoprire il tasto giusto, pensieri che scivolano fuori senza fare troppe pirolette. Penso al sole che é tornato dopo una lunga vacanza dove é stato rimpiazzato da grigie nuvole che, oltre ad inzuppare tutto, hanno anche uno strano effetto calmante, affievolente. D’altronde l’energia é appannaggio del sole. Penso che siamo circondati da ipocriti che tirano l’acqua al proprio mulino, specialmente quelli che dicon di esser li per te, perché loro, dicono, sono i buoni. Mi fanno incazzare, io non divido il mondo tra buoni e cattivi, al limite, parafrasando Oscar Wilde, tra persone noiose e persone interessanti.  Non riesco a capire con quale assurda arroganza ci si può innalzare ad un grado superiore attraverso la singolare supponenza di essere migliore degli altri.

Sono stufo di sentire ogni tre per due che qualcuno si scandalizza per il titolo di un giornale, per dieci domande, per una battuta, per un panino in Gran Consiglio...mi sto annoiando. Il nostro cantone sembra un teatrino di infima qualità che invece di occuparsi dei problemi e delle proposte si limita a dare giudizi di valore, il più delle volte mal concepiti, con giudici saliti in cattedra  con la pretesa di avere chissà quale diritto acquisito, di essere i depositari della verità e delle regole del vivere. Mi fanno incazzare quelli che rubano e che non pagano, quella strada la si percorre soltanto se si hanno santi in paradiso, insomma, nel partito. Si fa finta di niente, se ne parla per tre giorni e amen. Il caso è chiuso. Invece per una battuta del cavolo ingolfiamo paginate su paginate di giornali. Le discussione su una presunta morale, che sembra essere posseduta unicamente dai simpatizzanti del rosso, sta diventando per il ticino come il calcio per la vicina penisola.

Guardateli i nostri presunti «potenti» che si comportanto come i peggiori ospiti cinguettanti di un eterno talk show. Un noiosissimo eterno talk show. Oltre il massiccio rock, fuori dal soleggiato imbuto, guardate gli intellettuali della stessa schiera, ma residenti più a nord, che propongono di regalare soldi a tutti a spese di chi i soldi li gudagna. Mi fa rabbrividire solo il pensiero di un simile tentativo di svillire il lavoro di chi produce davvero qualcosa, di chi s’impegna a creare posti di lavoro e ricchezza per premiare chi non ne ha le capacità. D’altronde è la logica di quelli che han sempre vissuto grazie a mamma Helvetia, quelli che però se la ricordano solo al 25 del mese.

Mi fanno incazzare quelli che vivono in un eterno sogno, dimenticandosi che ogni tanto dovrebbe suonare  la sveglia, perché il sonno eterno è accompagnato da una nera signora con la falce, e senza martello. Mi fanno incazzare quelli che fanno tanto rumore, ma finito il rumore finita la festa, fateci vedere dove porta questa benedetta carovana della libertà! Mi fanno incazzare quelli che si alzano e se ne vanno invece di schiacciare il bottone e dire la propria,  preferendo inscenare un ulteriore, innumerevole, tatrino in odore di coniglio. Mi fanno incazzare quelle che per sistemare 150 anni di assunzioni tesserate benedette dai soliti santi in paradiso vogliono incassare ancora di più, invece di cominciare a sforbiciare. Guardateli, hanno paura di restare senza crocette fra tre anni!

Mi fanno incazzare quelli che dicono alla gente quando può tenere aperto il suo negozio. Mi fanno incazzare ancora di più quelli che dicono che un negozio può tenere aperto e gli altri no. Mi fanno incazzare quelli che si ostinano a non ascoltare il Sovrano, e vorrebbero sostituire la croce bianca con una stella gialla su sfondo blu. Si é capito? Sono incazzato e annoiato da tutta questa vuota inutilità che ci inonda. Lo so, probabilmente non gliene frega niente a nessuno, ma se poi s’incazza anche qualcun’altro, potremmo riscoprire le nostre radici contadine; per girare il fieno appena tagliato, si usano le forche… 

 

Riccardo Galfetti, Ponte Tresa

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