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SVIZZERAProgetto abitativo

27.02.12 - 15:00
"Non il vivere è buona cosa, ma il vivere bene" (Non vivere bonum est, sed bene vivere) Lucio Anneo Seneca (3 a.C. - 65 d.C.)
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Progetto abitativo
"Non il vivere è buona cosa, ma il vivere bene" (Non vivere bonum est, sed bene vivere) Lucio Anneo Seneca (3 a.C. - 65 d.C.)

Cari Blogger,

ho aperto questo sito onde poter parlare del mio progetto abitativo, come suggeritomi dal preziosissimo Netri che, il 18.02.2012 mi scrive:

"Mia carissima e intraprendente Novembrina, ti ringrazio per le precisazioni che hai apportato alla presentazione del tuo progetto....... ti consiglierei di scrivere un articolo a riguardo...."

PRIMA PARTE

Premessa:

Il 15 aprile 1987, Enrico Caffè (*) lasciò sul tavolo documenti e occhiali, uscì di casa all’alba e sparì.

Un anno prima della sua scomparsa scrisse sul problema degli anziani e del loro rapporto con la società. In questo scritto parlava di una tribù africana che aveva il costume di accompagnare i vecchi al fiume: Ogni anno, accompagnati da tutta la tribù con canti e danze, i vecchi venivano accompagnati verso la sponda di un vorticoso fiume e, con l’aiuto di lunghe pertiche, venivano spinti nel vortice dove sparivano nella corrente.

Secondo Caffè questo modo di fare era più gentile e umano del nostro, che fa di tutto per allungare la vita e troppo poco fa perché la vita allungata sia qualitativamente degna di essere vissuta, e che considera i vecchi solo un peso inutile, persone che danno disturbo.

E lui, per non dare disturbo, sparì. (*)

Così la penso anch'io! Partendo dal presupposto che la società umana è composta da individui; neonati, giovani, adulti, anziani, l'invecchiamento è soltanto un evolvere naturale del vivere. Esso, pertanto, non deve essere visto come un problema, o non più di quanto lo siano le varie patologie umane: malattie, disfunzioni, malformazioni, deviazioni e altro.

Non è la fragilità dell'anziano a far di lui un problema sociale bensì è il tessuto sociale, debole ed incapace, che lo fa diventare problema, e cerca soluzioni escludendolo e/o allontanandolo da se. Ecco così i posti letto in casa per anziani, o il sorgere di abitazioni o, addirittura, complessi abitativi adatti alle loro esigenze. Ma gabbie dorate o ghetti consentono un continuo di vita sociale e un "vivere bene"?

Come E. Caffè la penso anch'io! Il problema sta nella società stessa, soprattutto nel suo frazionamento che, seppur nell'apparente vicinanza, in realtà isola e divide le persone una dall'altra. Oggi viviamo nella stessa casa, nello stesso condominio, nella stessa via, indifferenti e dimentichi l'un l'altro; uniti soltanto da mera forza adesiva priva di calore umano.

In pratica il mio progetto si rivolge a persone ricettive di questa forma aggregativa, ne vedano i vantaggi, ne accettino l'organizzazione e le regole connesse e, potendo, si offrano quali coadiuvanti per il benestare comune e reciproco. Una nicchia nel mercato immobiliare.

Continua..........

 

PS: È appena deceduta, all'età di 102 anni, Mariuccia Medici.

Mariuccia, con chi ti piace stare, con i bambini o con gli adulti? : "Mi piace stare con entrambi!" ..... "Sono un miscuglio di tristezza e......"

Mariuccia non completa la frase! Fragile e forte, vecchia di anni ma giovane nella mente e nel cuore, è morta circondata da soli anziani, in casa anziani !

 

SECONDA PARTE

Se quanto già detto riguarda gli anziani, come stanno le cose per i bambini soli o non soli ?

“Circondati dall'assenza dei genitori o dalla presenza silenziosa di genitori narcisisti incapaci di relazionarsi con loro. (…) L'altro è fisicamente scomparso, (….); educati sin dall'infanzia a sopportare e amare la solitudine"» Per vivere ci vuole il rapporto “anche con te adulto, quello sì è un vero indicatore di speranza, se crescendo li aiutiamo a non deprimersi.” (*)

Nella Svizzera tedesca il termine “Schluesselkinder= bambini-chiave” descrive bene, una triste realtà; soli dopo la scuola, soli con i loro compiti, soli nei loro giochi. Bambini assistiti da mamma tecnologia: televisione, computer, videogiochi.

Ma i genitori sono impegnati nel lavoro per vivere che impone la rincorsa al soddisfacimento di bisogni, spesso indotti e spesso superflui e che svia o fa dimentichi di veri bisogni esistenziali; soprattutto se trattasi dei veri bisogni dei figli.

Oggi, il “male di vivere”, che vivo e condivido, colpisce l'intero tessuto sociale. Chi non conosce i morsi di: solitudine, senso di abbandono, incomprensione generazionale, senso di inutilità, timore per il domani Tutti noi li conosciamo; ricchi o poveri, bambini o anziani, chi più chi meno, conosciamo il “male di vivere”.

Oggi, spesso, giovani o meno giovani, vivono nella stessa casa, nello stesso condominio, nella stessa via, indifferenti, ignari o dimentichi l'un l'altro; uniti soltanto da fredda forza adesiva.
Conscia che, se non è possibile eliminare tutti i mali del vivere, è pur sempre possibile e doveroso adoperarsi per di alleviarli. Ossia, tramutare la fredda forza adesiva, in calorosa e forza coesiva.

Come? Creando tra i coabitanti di uno stesso condominio un vantaggio comune, partendo dal soddisfacimento di bisogni condivisi; Maslow, Piramide dei bisogni (*)
Esempio: i genitori sono al lavoro, ma i “nonni” rimangono con i bimbi: li assistono nei loro giochi, con i compiti scolastici, sono con loro nelle passeggiate. Il bimbo ne riceverà benefica attenzione; il genitore sarà tranquillo; l'anziano si sentirà valido....
Colazione, pranzo, cena sono momenti “conviviali” di ricarica, sia per il fisico che per lo spirito; svegliarsi col profumo del caffè...il piacere di trovare pronto...sapere che qualcuno ci aspetta....

Continua...

* http://bambinioggi.blogosfere.it/2010/04/lo-psichiatra-la-solitudine-e-il-copia-e-incolla-dei-ragazzi-del-2000.html


* http://www.psicologiadellavoro.org/?q=content/il-concetto-di-bisogno-di-maslow

 

TERZA PARTE


Ma come è possibile conciliare realtà diverse: generazionali-socio-economiche-culturali così eterogenee?
Ricorrendo al “collante” dei bisogni primari, percepiti e necessari ad ogni individuo; così essenziali da essere trasversali indipendentemente dall' età, contesto sociale e culturale della persona: cibo, compagnia, comunicazione, partecipazione, attività fattiva....

Vivere interculturale e vivere condiviso
Entrambe le definizioni propongono valenza progettuale, ossia: impegno comune che ha come fine l'incontro attivo tra soggetti diversi, aperti al dialogo, disposti a modificare e a farsi modificare.
“Impara a condividere le differenze e a solidarizzare con esse “ (T.W. Adorno)

Regolamento
Ogni raggruppamento sociale, può esistere solo se le regole di vita che si è dato, vengono accettate e osservate da tutti i suoi componenti.

Autogestione
Un “vivere condiviso” oltre alle regole comportamentali deve saper affrontare tematiche logistiche con particolare riguardo all'autogestione: incontri settimanali serviranno a stabilire le decisioni sul da farsi relative all'offerta: Cosa si fa? Come si fa? Chi lo fa?

Cosa offrire?
Colazione, pranzo, cena sono momenti “conviviali” di ricarica, sia per il corpo che per lo spirito;
svegliarsi col profumo del caffè...il piacere di trovare pronto...sapere che qualcuno ci aspetta....
L'autogestione, oltre a permettere il contenimento dei costi per molti acquisti (in offerta o all'ingrosso) può rappresentare, per la persona pensionata e/o libera da compiti, una fonte di piccolo guadagno. ( per il parrucchiere, per il teatro, per una gita...)

Chi è disponibile?
Determinati compiti devono essere assicurati : cucinare, riordinare, curare il giardino e l'orto...
Le ore dedicate a queste mansioni saranno conteggiate e ricompensate equamente, ugualmente e
proporzionalmente in base a quanto risulta dalla suddivisione dell'utile d'esercizio.

Attività interne
Organizzare intrattenimenti, corsi di informatica, lingua, musica, sostegno compiti.........

Attività esterne
Onde incrementare le entrate, ospitare e ricevere ospiti esterni per eventi ricreativi, pranzi, cene, tombole…

Progetto: “Vivere e Condividere”

 

Presupposti di partenza:
Condominio con 12-15 appartamenti da 1,2,3,4 stanze – 20 persone
Capitale di avviamento CHF 50.000

 

Bozza Economico–finanziaria

Offerta Collettiva:
Piscina, giochi
Giardino, orto, animali.
Corsi lingua italiana
Collaborazione interna: Preparazione e consumo pasti (colazione, pranzo, cena) *
Collaborazione esterna: servizi, ordine, pulizie: cucina, spazi comune, lavanderia...
Compensazione aiuto gestionale: ripartizione utile (calcolo ore di aiuto) *

 

Entrate annuali CHF:     
      
Vitto e varie(20x20x360)=144.00  
Corsi italiano(1200x2x44)=105.00  
    Totale entrate249.000
      
Uscite annuali CHF:     
      
Affitto per corsi e parti comuni  (750x2) + (2.500)=48.000  
Vitto e varie(8x20x360)               =58.000  
Varie =3.000  
Insegnante corsi =30.000  
Aiuto esterno pulizia = 20.000  
    Totale parziale159.000
      
    Saldo attivo90.000
      
Costi di avviamento:     
      
Vuoti abitativi =50.000  
Prestito bancario* =14.000  
    Totale64.000
      
Utile da ripartire   Totale 26.000

(*) Prestito 5 anni; 8% di 50.000 = 10.000 + 4.000


novembrina: liverope@gmail.com

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