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TICINOAdesso S.E.S.S.O.: rilanciare l'occupazione giovanile

03.04.11 - 14:47
Alessandro Lucchini studente di economia e candidato sulla lista MPS-PC
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Adesso S.E.S.S.O.: rilanciare l'occupazione giovanile
Alessandro Lucchini studente di economia e candidato sulla lista MPS-PC

Quella che il Cantone sta vivendo è a tutti gli effetti una crisi occupazionale che colpisce principalmente gli anelli deboli della società. Quasi un giovane su dieci è disoccupato e molti di loro perderanno presto il diritto all’indennità di disoccupazione, creando una situazione di sconforto ed emarginazione che inevitabilmente squarcerà il tessuto sociale della nostra regione. Per arginare il problema, il Cantone deve tornare a recitare il ruolo guida dell’economia ticinese, riprendendosi il potere venduto all’imprenditoria privata: colpevole dei maggiori problemi occupazionali.
Nel momento del bisogno, il servizio pubblico non deve dimostrarsi difensore solo del settore finanziario e privato, ma anche e soprattutto dei suoi cittadini.

Il Cantone deve saper individuare e punire i colpevoli, anche se questi sono considerati “aziende importanti” per le finanze cantonali. Se è sempre più difficile trovare un posto di lavoro non è colpa dei presunti “ragazzi fannulloni” etichettati così da alcuni politici, bensì dei datori di lavoro che premono al ribasso i salari, richiedendo allo stesso tempo più qualifiche e mansioni strazianti. Questi sono rei di scatenare una concorrenza nevrotica peggiorando le condizioni di lavoro e di salute dei giovani.

La direzione presa dalla politica è quella contraria ai reali bisogni della società. Una sensata politica occupazionale non indebolisce il servizio pubblico, cancellando uffici postali e tratte autopostali, bensì lo promuove mantenendo e creando nuovi posti di lavoro in questo settore.

Il rilancio dell’occupazione giovanile deve passare doverosamente da:
•    il raddoppio dei posti di tirocinio nell’amministrazione cantonale e nelle aziende pubbliche e parapubbliche,
•    il potenziamento delle scuole professionali per la formazione dei giovani che non trovano un posto di apprendistato,
•    il divieto alle aziende, specialmente se pubbliche, di licenziare per motivi economici quando queste realizzano utili,
•    l’introduzione di un salario minimo che scoraggi i datori di lavoro ad assumere manodopera a basso costo,
•    la lotta all’aumento dell’età pensionabile.

 

 

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